In occasione di Autofocus # 1 del 15 Febbraio 2016, abbiamo intervistato il nostro ospite, Felice Cirulli.
Felice ci ha mostrato alcune delle sue splendide multivisioni, che hanno raccolto moltissimi applausi dal folto pubblico presente:
– I love London
– Venezia, la poesia in maschera
– Streeteggiando
– Bodypainting, il festival del colore
– Danimarca: castelli, colori nuvole e …sorrisi
– Ritratto che passione!
Ecco l’intervista:
Paolo: Ciao Felice, sei a tuo agio?
Felice: …Si!
P: Abbiamo appena pubblicato l’intervista a David Noton sul sito del Circolo Fotografico Palmarino, sai che la tua finirà subito dopo?
F: No! (ride)
P: Passiamo ai dati anagrafici: età?
F: Purtroppo ho 57, no 56 anni…
P: Professione?
F: Io sono un promotore finanziario… un brutto lavoro in questo periodo!
P: Stato di famiglia?
F: Sono felicemente coniugato, felicemente papà, con un figlio di 22 anni, che vive in Olanda già da 2 anni: ha lasciato la famiglia molto presto per andare a lavorare e sono molto felice, di nome e di fatto.
P: Raccontaci un po’ dei tuoi hobby: quando hai cominciato e perché a fotografare?
F: L’unico hobby che ho è la fotografia. Ho cominciato da piccolo a fare fotografia, ero adolescente, avevo appena cominciato a lavorare e con i primi risparmi ho comperato una reflex. Ho anche frequentato un corso di fotografia, di sviluppo e stampa, però poi ho abbandonato presto. Nelle mie velleità di giovane maldestro c’era quella di fare il giornalista da grande. Difatti mi ero anche iscritto ad una scuola di giornalismo a Milano, io vengo da Milano, purtroppo poi sono stato assunto in banca… è andata male…
P: Per te o per la banca?
F: Per tutti e due (ride)
P: Questa predisposizione al giornalismo si vede nelle tue foto, dove c’è sempre il fattore umano: cosa significa per te?
F: Per me è tutto: la fotografia per me è fotografare le situazioni, le persone, gli ambienti… Un ambiente senza le persone non mi dà nessuno stimolo. Vado a cercare appositamente i luoghi dove c’è la gente per poterla fotografare.
P: La foto che ti ha dato più soddisfazioni?
F: Nessuna (ride)… La devo ancora fare.
P: Quali programmi hai in testa per scattare questa foto?
F: Purtroppo faccio fotografia nel tempo libero, durante le vacanze, per cui mi piacerebbe organizzare un viaggio in un luogo classico, ma esotico. Per esempio l’India mi affascina sotto quel punto di vista, ma ce ne sono tantissimi: penso che il mondo sia pieno di posti adatti a fare belle fotografie.
P: Ci hai raccontato che hai cominciato frequentando un corso. Questa sera qui c’è qualcuno che sta frequentando il nostro qui in sala: che suggerimento vuoi dargli?
F: Riguardo alla fotografia il mio punto di vista è che bisogna fare qualcosa che catturi la propria emozione, cioè riuscire a tradurre in un’immagine un’emozione che si vive in una situazione, in un contesto, quando si ha a che fare con persone o meno. Non sopporto invece i ritratti in posa, molto stereotipati, amo invece le fotografie fatte in situazioni più naturali. Quindi una cosa che vorrei consigliare ad una persona che si approccia alla fotografia è quella di fare in modo di cogliere la naturalezza delle situazioni quando si presentano ai suoi occhi.
P: Nell’emozione che deve raccontare una foto, quanto conta il fotoritocco?
F: Io il fotoritocco lo uso, ma lo uso in maniera finalizzata ad accentuare l’attenzione sul soggetto, quindi uso poco per esempio la clonatura, piuttosto che cambiamenti di sfondi e altro. A me il fotoritocco serve per accentuare l’attenzione, in modo che l’occhio di chi guarda vada dove voglio io. Quindi vignettatura, piuttosto che accentuazione di cromaticità, contrasti, ecc., ma non cose esagerate.
P: Se apriamo la tua borsa, cosa troviamo?
F: Quale borsa? (ride) La borsa dei sogni? Ci sono 2 borse, quella reale, dove si trova un’attrezzatura abbastanza valida… Con mia moglie ogni tanto devo far finta che qualcosa mi sia stato prestato (ride ancora). Invece la borsa dei sogni è piena di tante belle cose, ma, ripeto, non bisogna puntare l’attenzione sul discorso tecnico, piuttosto su quello creativo. Su quelle che sono le intenzioni rispetto alla fotografia, invece che sull’idea di fare una cosa pulita tecnicamente…
P: Grazie Felice, buona serata!
Questa è la descrizione che il fotografo dà di se stesso:
“Ho sempre amato la rappresentazione grafica della realtà: attraverso il disegno, quando non avevo che matita e pennelli. Con la fotografia, quando ho potuto imbracciare la mia prima reflex. Il mio è il percorso di chi ha una passione che non sfiorisce e che, anzi, con il tempo si trasforma in febbre…una febbre che non voglio curare e che alimento con ferrea volontà. Forse sono malato… malato di fotografia”.
Grazie a:
per l’ospitalità!