Alcuni pensieri miei. Comunemente la fotografia macro viene utilizzata per presentare la natura, molto spesso fiori ed insetti, con la caratteristica di essere ripresi da molto vicino. Quasi sempre viene associata alla natura e di conseguenza appare in simbiosi al genere di fotografia naturalistica.
Genere che privilegia che sia un fiore o una farfalla, visto come soggetto inserito nel suo ambiente.
Probabilmente il tutto nasce dall’esigenza di far emergere bene il soggetto senza disturbi o troppa confusione dovuta da erbacce e quant’altro, ed anche a fattori tecnici dovuti alle caratteristiche degli obiettivi macro, che la scelta quasi obbligata è quella di creare sfondi puliti e cremosi. Poi man mano nella ricerca di ottenere scatti sempre più creativi , la fotografia macro ha cominciato a inseguire sfondi nuovi, pittorici, minimali, oppure ottenuti da particolari effetti ottici di obiettivi “vintage”, fino a diventare manieristici ricordando certi eccessi barocchi. In questa direzione è nata anche la tendenza di nascondere una parte del soggetto, soprattutto la parte bassa, in modo di farlo apparire sospeso, quasi non appartenesse al suo ambiente ma ad un mondo fiabesco. Tutto ciò ha portato alla creazione di immagini con sfondi bellissimi, eleganti e fantasiosi ma contemporaneamente il soggetto naturale fiore/insetto veniva ridimensionato fino a perdere importanza, la situazione è ribaltata: il vero soggetto è la quinta cioè la sfondo. Non che questo sia un fattore per se negativo o che io sia contrario, è solo una piccola riflessione. E’ se vuoi una scusa per cercare un mio equilibrio e per avere più cognizione nell’approccio fotografico. Naturalmente qui noi stiamo parlando di “fotografia”, dove l’estetica è di fondamentale importanza e il nostro obiettivo è quello di realizzare immagini possibilmente belle ed interessanti e non solo quello di evocare la bellezza della “natura” in chiave di fotografia naturalistica. Ecco in questa tua foto è ben rappresentata questa chiamiamola “tendenza” di sfondo importante quasi soggetto un po’ alieno all’ambiente dei fiori. Di contrappunto la didascalia (che fa parte integrante del linguaggio fotografico) ci suggerisce un’interpretazione emozionale dei fiori che così diventano gli assoluti protagonisti del fotogramma. Direi che questa immagine è una buona sintesi tra macro creativa e macro naturalistica. Bravo come sempre ad interpretare con profondità una visione fotografica.