C’è una favoletta, molto simpatica. S’intitola “I vestiti nuovi dell’imperatore”. La conoscete tutti: 2 imbroglioni si spacciano per sarti che realizzano vestiti di un tessuto bellissimo, ma che ha la caratteristica di non risultare visibile alle persone indegne e così, per non passare per tali, imperatore compreso, tutti fanno finta di vedere quel “magnifico tessuto”. E quando l’imperatore infine sfila per le vie della città, tutti lo applaudono, inneggiando alla “bellezza” dei vestiti nuovi dell’imperatore. Tutti, tranne un bambino, che smonta quella farsa esclamando “Il re è nudo”.
Io mi chiedo cosa direbbe quel bambino di questa foto, se fosse vivo quasi 200 anni dopo Hans Christian Andersen.
E non posso che ripetere parola per parola quanto ti ho già detto tempo fa di altra tua foto enigmatica:
“è fondamentale che la descrizione testuale che a questo punto necessariamente deve accompagnare tali opere sia accurata, dettagliata, in modo da guidare lo spettatore nel processo di comprensione e interpretazione. Solo così sarà possibile cogliere pienamente il messaggio intrinseco e l'essenza stessa del progetto artistico, se tale progetto vi è. In questo modo, la descrizione non si limiterà a essere un semplice strumento di facilitazione, ma diventerà parte integrante dell'esperienza estetica, arricchendo il quadro complessivo e stimolando un coinvolgimento più profondo e consapevole da parte dello spettatore.”
Ovvero, lo spettatore deve capire, indirizzato dall’autore o meno. Ad un certo punto deve capire. Se non capisce, è perché culturalmente non è in grado, oppure è l’artista che non è riuscito a trasmettere quello che ha dentro.
Al piazzale del Maxxi di Roma c’è un’affollata installazione dell’artista Monica Bonvicini: un bagno completamente rivestito all’esterno di specchi. La gente si fa i selfies davanti, ci gira intorno e fotografa sé stessa riflessa dalle pareti di un “cesso”. Solo chi quei bagni riesce ad utilizzarli alla fine scopre l’arcano: la “disvelazione” è che quello che fuori è specchio, dentro è vetro trasparente e l’utilizzatore in senso autentico di quel bagno, seduto sulla tazza, vede tutto quello che accade fuori. E ci vuole anche del coraggio, hai la sensazione che tutti ti guardino o addirittura ti fotografino mentre la fai là dentro.
È arte questa? Non lo so, probabilmente sì, ma sicuramente c’è del genio (irriverente) dietro.
Le foto che passano sul forum sono arte? Tranne forse qualcuna, probabilmente no, ma spesso in quelle foto io personalmente vedo della bellezza. Bellezza omologata? Bellezza entro i soliti noti canoni estetici? Spesso sì: un Circolo è composto per lo più da fotoamatori che non hanno certo le velleità artistiche di una Monica Bonvicini, ma la bellezza la comprendono tutti, è un linguaggio semplice, universale.
Quindi, da fotoamatori, come da passanti, comprendere o non comprendere un’immagine che come unica spiegazione ha uno smiley, passa attraverso la trasparenza del tessuto del re e la sincerità del bambino.
Hai sostenuto recentemente che il mondo tu lo vedi così, sfocato, e certo in questo momento il mondo tanto a fuoco proprio non lo è, o, se è a fuoco, purtroppo lo è in senso tristemente letterale.
Io qui però non riesco a vedere il tuo mondo ed a leggere il tuo messaggio, io qui vedo un’immagine sfocata, il che esce dai canoni normali di comprensione di un fotoamatore, quale sono e quali siamo in tanti qui dentro. Magari per te quel messaggio c’è, ma purtroppo temo che ai più sfugga.
Avrebbe senso compiuto, secondo il mio modestissimo parere, e per esempio, non certo l’istanza di una foto singola, ma una serie di immagini tra loro collegate da un filo conduttore e che rappresentano quel tuo mondo sfocato… dico cose più o meno a caso, giusto per rendere il concetto comprensibile: la tua casa, il treno (tuo vecchio lavoro), la bicicletta (che so che ami), la fotografia, tutte cose riconducibili a te, magari per chiudere con una foto di te stesso, sfocata anch’essa.
Mi sono dilungato, me ne scuso con te e con quanti avranno la pazienza di leggere, ma spero almeno di aver chiarito come la vedo.