Ciao Alberto, tu poni una questione canonica di tipo classico.
Una dozzina di anni fa, quando decisi di dedicare il mio tempo libero alla fotografia riflettei sul tema della foto come interpretazione del vero: ove la disposizione fortemente variabile di una famigerata asticella rappresenta lo spartiacque fra realtà e interpretazione determinando un turbinio di considerazioni spazianti dal formale al filosofico.
Tali argomentazioni mi apparivano troppo ferraginose e prendendo atto della mia inclinazione al decidere in fretta, pensai di abolire l'asticella per dedicarmi esclusivamente all'inventato.
Considerando che da sempre vivo costantemente immerso in una realtà complessa, reputo che la soluzione immaginativa rappresenti un ambito per me distensivo e salutare.
Per la realizzazione di queste mie visionarietà mi baso, in realtà, su un processo meccanico codificato: per prima cosa invento e concepisco un progetto basato su un'idea forte e funzionale, poi mi procuro la materia prima cioè le foto, che devono essere inquadrate fin da subito con orientamento e illuminazione coerente, in sintesi mi tocca scattare con senso della composizione.
Talvolta mi è anche capitato di scegliere la destinazione per le vacanza familiari nelle segrete vicinanze di luoghi o cose utili alle mie digressioni.
E, solo per ultimo, metto il tutto in pentola con molta attenzione e fuoco lento, in questa fase entra in gioco il digitale che serve per cucire tutto insieme, con la certezza che un'ottima ricetta e materia prima di buona qualità non possano che produrre risultai entusiasmanti !
Spiego questo per animare il dibattito, ma in realtà ciò che conta non è l'appartenenza ad una specie: potremmo chiamare i miei lavori indifferentemente con altri nomi, arricchendoli di significati e ampliandone lo spettro comunicativo (io sono figlio anche dell' arte della contaminazione degli anni '70) ma ciò che in realtà conta è che tali immagini suscitino forti emozioni in me e nelle persone che le guardano.
Talvolta mi sono divertito ad osservare persone affaccendate che passavano casualmente davanti a qualche mio lavoro e e che si fermavano di colpo cercando di capire stupiti che roba fosse : foto, film, memoria, futuro, iperrealismo pittorico, computergrafica ?
Sono foto messe una sopra l'altra, è il gesto del mettere che colpisce.
Riccardo