Autore Topic: C'era una volta l'iperfocale  (Letto 1734 volte)

Luigino

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C'era una volta l'iperfocale
« il: Settembre 09, 2011, 05:48:31 pm »
L'iperfocale è una componente importantissima delle fotografie di paesaggio, quando è indispensabile avere tutto a fuoco, dal primissimo piano all'infinito.
Per poterlo fare ci serve inanzittutto un'ottica grandangolare (più lo è, meglio è), per rendere al meglio la grandiosità dei posti che stiamo fotografando e per le sue caratteristiche ottiche intrinseche: ogni obiettivo, quando si focheggia, tiene a fuoco un'area pari a circa 1/3 davanti e 2/3 dietro al soggetto inquadrato.
In pratica "effettuando la messa a fuoco sulla distanza iperfocale si ottiene la massima profondità di campo possibile con quella data lunghezza focale e quel dato diaframma, che si estende dalla metà della distanza di messa a fuoco fino all'infinito".
Questa caratteristica, se sapientemente utilizzata, ci permette di avere tutto a fuoco.
Con le vecchie ottiche manuali era molto facile impostare l'iperfocale: sul barilotto, a destra e a sinistra di una linea bianca, erano indicati i vari diaframmi e bastava portare per esempio la scritta f/16 da un lato su infinito (l'8 rovesciato) per avere dall'altro, in corrispondenza della seconda indicazione di f/16, il punto a fuoco più vicino.
Ecco un esempio di vecchia ottica con questi riferimenti:



Oggi questi riferimenti sono completamente spariti da quasi tutte le ottiche, perlomeno sulle più nuove di certo non ci sono più.
Come fare allora?
Intanto per prima cosa va impostata la messa a fuoco su M (sull'ottica e/o sul corpo macchina), onde evitare che l'autofocus decida al posto nostro cosa e come focheggiare. Bisogna poi chiudere il diaframma ad un buon valore di lavoro (almeno da f/11 a f/16, direi, se il nostro scopo è avere tutto a fuoco).
Direi che in genere è meglio anche evitare diaframmi troppo chiusi, che si, ci permetterebbero una maggiore DOF (deep of field, profondità di campo), ma introdurebbero spesso, soprattutto con obiettivi non professionali, fenomeni di diffrazione ottica che impoverirebbero la qualità del nostro scatto.
Di solito è sufficiente focheggiare di poco oltre rispetto al primo piano e magari controllare con l'apposito pulsantino all'effettiva chiusura del diaframma come si presenta la situazione "a fuoco" ed eventualmente correggerla. Più l'obiettivo è estremo e più è facile avere la massima profondità di campo, ovviamente.
Esistono tuttavia, per chi vuole farsi preventivamente un'idea e poi regolarsi meglio sul campo, delle tabelle di riferimento automatiche per le più varie combinazioni di macchine e obiettivi. Qui, per esempio: http://www.dofmaster.com/doftable.html
Qui quanto riporta Wikipedia sull'iperfocale: http://it.wikipedia.org/wiki/Distanza_iperfocale
Buona DOF a tutti!!!
Luigino

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Re:C'era una volta l'iperfocale
« Risposta #1 il: Settembre 12, 2011, 02:23:25 pm »
Bene...molto interessante!

stemiro

  • Visitatore
Re:C'era una volta l'iperfocale
« Risposta #2 il: Settembre 12, 2011, 04:22:07 pm »
Il fenomeno della diffrazione è legato, oltre che dalla qualità delle ottiche, anche dalla dimensione del sensore e da quanti MP ci sono nel sensore, più MP (megapixel) più diffrazione, anche se sembra che con le nuove micro lenti montate sui nuovi sensori ci sia un leggero miglioramento.