Caro Federico, più guardo questa foto e più vedo un vecchio stavolo malandato e decrepito che racconta storie di uomini e di animali, estenuati dalla fatica e da patimenti fisici e morali. Un luogo odiato da una parte perché fonte di lavoro, ma anche amato e curato perché deposito di fieno e di altre cose necessarie per sopravvivere all’inverno. Sulla parte destra si contrappone una casetta più moderna, con un balcone ricoperto di gerani fioriti. Il contrasto con lo stavolo semi-abbandonato, a questo punto, fa entrare in scena la persona che si prende cura di questi fiori. In questa foto c’è una presenza umana, anche se non si vede. Non sappiamo chi sia, né da dove venga, né che rapporto abbia con lo stavolo. E qua, per me, finisce il racconto di questa foto.
Stavolta, non commento gli aspetti tecnici e la critica la faccio alla breve introduzione
"A prima vista ti sembrano vecchi stavoli, poi ti accorgi che sono dei monumenti." che, a mio avviso, spiega la foto ancora prima che venga vista.
Ciao