3^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
La MEGLIO qualità, ovvero MEGLIO qualità che quantità (less is better): meno foto, ma di qualità, ma anche meno elementi di disturbo nella foto.Abbiamo appena visto una foto costruita solo con un ramo e senza alcun elemento di disturbo. Solo un ramo, ma trametteva una grande sensazione di spazi aperti, di potenza della natura.
Quindi in generale la fotografia di paesaggio esige la massima qualità. Che non significa necessariamente macchine e obiettivi particolarmente costosi, ma saperla spremere dalla propria attrezzatura. Bisogna conoscere i limiti tecnici di quello che stiamo usando e sfruttare le caratteristiche dell'attrezzatura al massimo. La fotografia di paesaggio, poi, non si improvvisa, esige conoscenze tecniche, che però sono alla portata proprio di tutti, esige studio e preparazione, a volte persino preparazione fisica.Qui siamo a Plitvice in autunno e pioveva «che Dio la mandava». Ho sempre fotografato anche sotto la pioggia e non mi era mai successo niente. La macchina che ho utilizzato qui era una superprofessionale Canon 5Ds R da 50 e rotti megapixel. Dopo soli pochi scatti, si è allagata e non ho potuto far altro che osservare i miei compagni di viaggio scattare per il resto del giorno e tutto l'indomani. Ho fatto il reso a Fotocolombo appena rientrato in Italia. La seconda macchina mi è arrivata in una scatola tutta fracassata dal corriere ed ho rifatto per la seconda volta il reso. Al terzo tentativo è andata bene.Qui ho usato un teleobiettivo per isolare queste cascate, piuttosto lontane, e circondarle del colorato foliage autunnale. La composizione è giocata sui pattern ritmico e regolare delle linee dell’acqua che cade e dal ripetersi in controcanto degli alberi della foresta, più disordinati.