Circolo Fotografico Palmarino APS BFI
IMMAGINI: GUARDA E COMMENTA => Luoghi => Topic aperto da: Luigino - Giugno 30, 2020, 04:40:23 pm
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Sperando di fare cosa gradita e per renderla ulteriormente condivisibile, pubblico (a puntate) la mia videolezione dello scorso 22 giugno.
L’immagine che vedete è stata scattata 3 anni fa nei pressi dell’Oceanario di Lisbona. La giornata grigia mi ha suggerito già in fase di scatto la conversione in bianco e nero. Le figure che si spostano sulla passerella aggiungono dinamismo. L’ampia parte di cielo chiaro nella parte superiore si chiude con l’arrivo delle due cabine della teleferica ed i relativi cavi.
L’occhio cade particolarmente sul pattern geometrico della passerella e del ponte, sale e rimbalza senza uscire mai dal fotogramma. Lo spazio negativo bianco mi è parso perfetto per l'ancoraggio dell titolo della videolezione "Scorciatoie per paesaggi più belli", per il quale ho utilizzato il font Avenir.
Posto comunque la sola foto "nuda".
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le persone sulla passerella aggiungono tantissimo ad una foto già di per se notevole :ok: :ok: :ok:
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Grazie Luca!!! :ok:
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2^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
GUARDATI dentro, prima di guardarti in giro, e scopri che fotografo sei o vorresti essere e che visione hai della fotografia, in particolare di quella di paesaggio.
Io, per esempio, amo molto gli approcci minimalisti. In questa immagine è il ramo piantato chissà da chi nella laguna di Grado a dare forza al fotogramma. A livello compositivo, il ramo che taglia la linea dell’orizzonte congiunge il sotto con il sopra. La difficoltà tecnica è stata quella di avere il ramo fermo con tempi molto lunghi e con un certo vento. Vento che si può immaginare dalle diagonali sul crespo dell’acqua. Ho fatto diversi tentativi. Questo è uno di quelli fortunati.
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(2^ PARTE)
2^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
GUARDATI dentro, prima di guardarti in giro, e scopri che fotografo sei o vorresti essere e che visione hai della fotografia, in particolare di quella di paesaggio.
...40 minuti prima (marea qui più alta), stesso giorno, stesso posto, campo più largo ed ancora più minimal, con la sottrazione dei colori ed un tono molto high key. Come forse a questo punto avrete già capito, amo molto il bianco e nero. Come fotografo ho cominciato negli anni '80 da quello: ingranditore sulla lavatrice e bacinelle su un supporto di compensato sopra la vasca da bagno, dove avveniva il lavaggio delle stampe dopo il fissaggio. Filo e mollette per l'asciugatura delle foto.
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Sperando di fare cosa gradita e per renderla ulteriormente condivisibile, pubblico (a puntate) la mia videolezione dello scorso 22 giugno.
L’immagine che vedete è stata scattata 3 anni fa nei pressi dell’Oceanario di Lisbona. La giornata grigia mi ha suggerito già in fase di scatto la conversione in bianco e nero. Le figure che si spostano sulla passerella aggiungono dinamismo. L’ampia parte di cielo chiaro nella parte superiore si chiude con l’arrivo delle due cabine della teleferica ed i relativi cavi.
L’occhio cade particolarmente sul pattern geometrico della passerella e del ponte, sale e rimbalza senza uscire mai dal fotogramma. Lo spazio negativo bianco mi è parso perfetto per l'ancoraggio dell titolo della videolezione "Scorciatoie per paesaggi più belli", per il quale ho utilizzato il font Avenir.
Posto comunque la sola foto "nuda".
Molto molto bella :ok:
:ciao:
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3^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
La MEGLIO qualità, ovvero MEGLIO qualità che quantità (less is better): meno foto, ma di qualità, ma anche meno elementi di disturbo nella foto. Abbiamo appena visto una foto costruita solo con un ramo e senza alcun elemento di disturbo. Solo un ramo, ma trametteva una grande sensazione di spazi aperti, di potenza della natura.
Quindi in generale la fotografia di paesaggio esige la massima qualità. Che non significa necessariamente macchine e obiettivi particolarmente costosi, ma saperla spremere dalla propria attrezzatura. Bisogna conoscere i limiti tecnici di quello che stiamo usando e sfruttare le caratteristiche dell'attrezzatura al massimo. La fotografia di paesaggio, poi, non si improvvisa, esige conoscenze tecniche, che però sono alla portata proprio di tutti, esige studio e preparazione, a volte persino preparazione fisica. Qui siamo a Plitvice in autunno e pioveva «che Dio la mandava». Ho sempre fotografato anche sotto la pioggia e non mi era mai successo niente. La macchina che ho utilizzato qui era una superprofessionale Canon 5Ds R da 50 e rotti megapixel. Dopo soli pochi scatti, si è allagata e non ho potuto far altro che osservare i miei compagni di viaggio scattare per il resto del giorno e tutto l'indomani. Ho fatto il reso a Fotocolombo appena rientrato in Italia. La seconda macchina mi è arrivata in una scatola tutta fracassata dal corriere ed ho rifatto per la seconda volta il reso. Al terzo tentativo è andata bene. Qui ho usato un teleobiettivo per isolare queste cascate, piuttosto lontane, e circondarle del colorato foliage autunnale. La composizione è giocata sui pattern ritmico e regolare delle linee dell’acqua che cade e dal ripetersi in controcanto degli alberi della foresta, più disordinati.
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(2^ PARTE)
3^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
La MEGLIO qualità, ovvero MEGLIO qualità che quantità (less is better): meno foto, ma di qualità, ma anche meno elementi di disturbo nella foto. Abbiamo appena visto una foto costruita solo con un ramo e senza alcun elemento di disturbo. Solo un ramo, ma trametteva una grande sensazione di spazi aperti, di potenza della natura.
...Ma questo non significa che sia indispensabile utilizzare fotocamere particolarmente costose: la migliore è sempre quella che abbiamo con noi. Questo scatto è fatto con il cellulare al trabucco di Lignano durante una passeggiata pomeridiana appena pochi giorni fa. Tutte le linee, diagonali e rette, convergono verso il centro, dove si trova il trabucco. L’equilibrio è spezzato dalla figura appoggiata al corrimano sulla sinistra, che aggiunge dinamismo. La conversione in Bianco e nero con Nik Silver Efex aggiunge invece drammaticità ad un momento altrimenti normale.
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Immagini spettacolari Luigino... e chetelodicoaffá! :pardon: :pardon:
:ciao: :ciao:
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Una meglio dell’altra! Super :ciao:
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Grazie ragazzi! :ok:
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4^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Non è affatto facile...
LA FOTOGRAFIA di paesaggio non è affatto facile, e lo capiremo presto: devi rimanere concentrato e motivato per ottenere lo scatto che tanto desideri realizzare.
Una foto così non si improvvisa… bisogna conoscere il posto da prima, sapere dove sorgerà il sole, dove calerà, a che ora …significa esserci al momento giusto, piazzarsi nel posto giusto, fare lo scatto giusto. Qui siamo dalle parti di Belvedere di Grado, da sopra l’argine. Il sole, al tramonto, era molto debole, siamo a gennaio, ma entra con forza nella composizione, tra le due lingue di sabbia in secca, che sono come due frecce che ci indicano dove dobbiamo guardare, e aggiunge un tocco di rosso e viola al blu che per il resto caratterizza questa immagine giocata sui chiaroscuri. Il taglio panoramico è di fatto obbligato e la forte vignettatura ne accentua la necessità.
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spettacolo e basta!
:ciao: :ciao:
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tutte stupende , complimenti :ciao:
ps. ....... non siamo mica obbligati a scegliere vero ? No perchè vado in crisi :)
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Grazie anche a voi! :ok:
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5^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Nessuno nasce «imparato»: bisogna sempre rimanere umili e guardare i lavori degli altri, capire come hanno realizzato le loro foto, farsi ispirare, ma mantenere la propria identità!
Non s’impara a fotografare compiutamente seguendo solo dei corsi tecnici, s’impara molto di più guardando le foto di quelli più bravi o più esperti di noi. Foto così si sono viste mille volte, ma quando ho avuto questa situazione davanti al naso non ho esitato a replicarla. Giornata di nebbia fitta, solo uno svasso minuscolo che attraversa il lago di Ragogna rompe l’atmosfera lattiginosa. Gli alberi si specchiano, canonicamente ciascuno nella sua metà, lo svasso, unico punto scuro in tutta l’immagine, la solca da destra verso l’occhio di chi la guarda. Ancora una volta, less is more!
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6^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Pianifica e scopri.
Nella preparazione del fotografo paesaggista entra a pieno titolo la pianificazione, che in questo genere fotografico è assolutamente fondamentale se vogliamo ottenere buoni risultati. Ci aiuta molto internet per le informazioni logistiche e meteo e per farci previsualizzare numerose interpretazioni di altri fotografi delle location che desideriamo fotografare.
Questa è una delle mie location preferite: Fossalon. E questa, tra le mie foto, è una di quelle che amo di più. La sera prima aveva piovuto molto ed evidentemente questa barchetta si è riempita d’acqua. La situazione che ho trovato mi è piaciuta particolarmente. Cavalletto, stivali e dentro in acqua. Grandangolo, filtro GND, tempo lungo e composizione centrale per valorizzare il riflesso delle poche nuvole, che comunque convergono sul sole. L’occhio arriva infatti al sole, che è il punto più luminoso, ma poi casca sulla barchetta affondata, che ci rimanda dentro l’inquadratura in loop. Il segreto qui è la bassa marea: il tempo è lungo, 4 secondi, ma la barchetta non si muove in quanto è appoggiata sul fondo. Il trucco è l'iperfocale. Una volta, sui vecchi obiettivi, manuali c'erano le tacche per impostarla, oggi i riferimenti per l'iperfocale si trovano su pochissime lenti. Come si fa? Messa a fuoco manuale sull'infinito e si torna indietro di pochi mm di barilotto. Quanti? Dipende dall'obiettivo che abbiamo e dobbiamo imparare a conoscerlo.
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Splendide Luis!
:ciao:
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Una meglio dell'altra.
:ciao:
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Grazie ragazzi! :ok:
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7^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Pianifica e scopri.
Preparati, pianifica e scopri tutto in anticipo sulla location, compreso dove sorgeranno o tramonteranno il sole ed eventualmente la luna, quando è il momento migliore per andarci, guarda il meteo. Per esempio, se vuoi fotografare l'aurora in uno dei Paesi del Grande Nord, uno dei mesi migliori è febbraio. Se però non piove: con amici del Circolo ci siamo stati nel 2013 ed ha sempre piovuto, mentre l'anno scorso è andata ben meglio…
Infatti succede che pianifichi tutto, ma cambia il meteo e non puoi più andare nella direzione voluta per esempio perché le strade sono chiuse per ghiaccio. Per strada ti prende una tormenta di neve e sei costretto anche a cercarti un posto e dormi nella casetta dei 3 porcellini in mezzo alla tormenta. Ma la tormenta è solo a livello del terreno e pochi metri in altezza, con il vento assolutamente orizzontale e in cielo appare la più bella aurora boreale che tu abbia mai visto, solo che non puoi fotografarla perché il vento si porta via anche le portiere della macchina (la busta di insalata che ci è volata via quando siamo scesi sarà arrivata almeno fino in Scozia). Ecco puoi pianificare tutto, ma poi devi saper gestire anche gli imprevisti. Poi finalmente l’alba del mattino dopo ci si presenta così... Questa foto è stata scattata a febbraio dell'anno scorso, ero in Islanda con Paolo e Stefano (che saluto): un viaggio stupendo con ottimi compagni di viaggio, una splendida avventura a belle foto, che dovremmo trovare il modo di farvi finalmente vedere.
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Anche questa notevole.......ci si passa il tempo ad ammirare e cercare di imparare :ciao:
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8^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
La giusta luce dalla giusta direzione
Il giusto punto di vista sul soggetto, con la giusta luce dalla giusta direzione. Uno sfondo buono, composizione perfetta e corretta focale Si, la composizione deve essere perfetta: il paesaggista "serio" (ammesso che esista un fotografo serio) utilizza il cavalletto e in paesaggistica non è accettabile una composizione meno che perfetta. E bisogna comporre subito bene in camera, che ogni ritaglio, ogni crop compromette la qualità finale dell'immagine.
Castelluccio di Norcia, prima del terremoto. Qui siamo sopra la Fossa dei Mergani, all’altezza dell’inghiottitoio, che però risultava completamente coperto da queste nuvole basse (gestione degli imprevisti, ricordate?). L’ingresso di traverso dei primi raggi del sole le ha illuminate, le nuvole, creando questa splendida lama di luce sulla diagonale. La giusta luce dalla giusta direzione. 5 minuti prima o 5 minuti dopo era troppo presto o troppo tardi. La composizione è bilanciata dalla contrapposizione di chiari e scuri, di toni caldi e freddi, e dal reciproco puntellarsi di numerose forme triangolari. In alto a sinistra la zona più chiara è contenuta opportunamente dalla presenza del bordino nero, che deve essere sottilissimo per evitare l'effetto manifesto funerario.
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Eh vabbè !!! :)
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Grazie Luca :ok:
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Grandiosa la lezione su Zoom, favolose le foto, grazie di deliziarci con tanta bellezza ed insegnarci tante cose. :ciao:
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Grazie Alvaro! :ok:
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9^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Puoi essere originale.
Conosci in anticipo le tue locations, visitale, annotati le cose, fai degli scatti di prova se la luce non è buona e, se puoi, tornaci, tornaci, tornaci. Cerca sul web le inquadrature classiche e da dove sono state realizzate, vedi se puoi essere originale e proporre qualcosa di tuo, di diverso, magari raggiungendo una postazione di ripresa meno accessibile, ma che possa risultare interessante. E non dimenticare mai di pianificare anche il rientro! Se arrivare in un posto prima del tramonto può essere facile, andarsene quando è buio può essere molto pericoloso e bisogna fare attenzione. E ricordarsi di portare con sé una buona pila, di quelle che si mettono in testa e ci lasciano le mani libere per portare le altre cose che abbiamo con noi, dato che non sempre la lucina del telefonino basta o dura fino al parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina.
Ho visto decine se non centinaia di foto del faro di Bibione, ma, almeno io, non ne avevo mai vista nessuna con il faro ripreso da dietro. Ero con il mio amico Fabrizio Bergamo, ci siamo incontrati per caso là e siamo saliti non senza fatica, sulle dune che lo sovrastano e con il cavalletto in posizione precaria sono riuscito a riprendere quest’alba. La giornata non era cominciata affatto bene: ero appena arrivato al parcheggio dove bisogna lasciare l'automobile, che ha cominciato a piovere… che faccio adesso? Mi sono fatto coraggio e sono andato avanti… mezz’ora sotto la pioggia, ma come sono arrivato nei pressi del faro la pioggia ha smesso, per lasciare posto di lì a poco a quest’alba.
La composizione qui è molto semplice e classica, sui terzi, con le diagonali che conducono al faro
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Super pure questa, come peraltro anche le altre. :ciao:
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Grazie Lucio! :ok:
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Puro spettacolo.
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Grazie Alberto! :ok:
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10^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Non precipitarti a scattare!
Quando arrivi alla tua location non precipitarti a scattare come se non ci fosse un domani. Prenditi qualche minuto per studiare la situazione e per controllare l’attrezzatura e le impostazioni per lo scatto per la situazione che ti attende. Devi avere il controllo totale della situazione e degli strumenti che userai: macchina fotografica, obiettivo, cavalletto, filtri...: in paesaggistica è imprescindibile lo scatto in manuale o in priorità di diaframma (modalità Av in Canon).
Una situazione apparentemente semplice, ma se vuoi rappresentare il movimento delle onde ed avere la barchetta perfettamente immobile, devi giocare con il triangolo dell’esposizione (Tempi/Diaframmi/ISO) e trovare il giusto compromesso: 1/13° di secondo, f/9 e 50 ISO. Qui la composizione è molto basica: le lame di luce in diagonale portano semplicemente alla barchetta sul terzo. Le zone chiare e scure ed i colori nel fotogramma dividono in 5 fasce sfumate la scena orizzontale. Siamo, come avrete capito, sempre a Fossalon.
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11^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Arriva prima, vai via dopo
Vinci la pigrizia o la fretta. Usa i tempi di attesa per verificare che tutto sia a posto e per cercare e provare l’inquadratura. Quando il sole è tramontato c'è l'ora blu, spesso uno dei momenti migliori per fotografare.
Ma arrivare prima non serve solo per le verifiche all’attrezzatura. Certe location sono molto gettonate ed in certi orari di certi momenti dell'anno è difficile prendere posto. Questo è uno dei panorami più belli di Matera e se non piazzi il cavalletto un po’ per tempo, all’ora blu diventa difficile farsi largo tra gli altri fotografi. Lo stesso accade a Vernazza, 5 Terre ed in molti altri luoghi. Il pattern delle vecchie case crea ritmo, fa da base musicale, diciamo, mentre i percorsi illuminati sono assoli improvvisati che conducono verso il campanile, la nota più alta di questo spartito fotografico.
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Ottime!!!!
:ciao: :ciao:
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Ottime!!!!
:ciao: :ciao:
Grazie Marco!
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2^ parte 11^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Arriva prima, vai via dopo
...E non è neppure solo questione di prendere posto: nel giro di un’ora a cavallo del tramonto, se si è fortunati, si passa da una situazione come questa, alle 15:44...
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3^ parte 11^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Arriva prima, vai via dopo
...ad una come questa alle 16:56, esattamente l'ora del tramonto del 29 ottobre 2016 (ho controllato). Siamo sul monte Pizzoc, Cansiglio. L’uso del teleobiettivo mi ha permesso di evidenziare le armonie delle linee montuose e collinari e la loro progressione. Tutto questo spaziando di circa 90° sul paesaggio che avevamo davanti. Quel giorno lo abbiamo trascorso dall’alba al tramonto lassù, ero con Cristina Noacco, Daniele Busiz e Rinaldo Asquini… In quella splendida giornata, abbiamo fatto molte buone foto e ci abbiamo anche costruito una multivisione, un'audiovisivo fotografico.
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12^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Guardati attorno, spostati, alzati, abbassati...
Non fissarti su un singolo scatto per tutta la durata della tua sessione fotografica: guardati attorno, spostati, alzati, abbassati, cambia inquadratura, cambia composizione, cambia obiettivo. Pensa a come e cosa potresti inquadrare per risultare originale. E ricordati di controllare l’istogramma, il grande amico del paesaggista!
Qui sono con Elena sul Ponte Carlo a Praga… Forse tecnicamente non è un paesaggio, ma è bastato guardare in su per visualizzare un soggetto interessante nel cielo di Praga. Non ho fatto in tempo a regolare la macchina ed ho scattato con gli ISO molto alti, ma sempre meglio uno scatto con gli alti ISO che nessuno scatto.
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Splendide foto Luigino e splendide quanto istruttive anche le descrizioni!
:ciao: :ciao:
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Grazie mille Marco! :ok:
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13^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
E’ difficilissimo fotografare in maniera originale il cimitero di guerra americano in Normandia, a Colleville-sur-Mer, con quella distesa di croci. Ero con Elena. E' un luogo altamente suggestivo e votato al silenzio ed al massimo rispetto. Ho visto questo mazzo di rose a terra sotto la croce, l'ho inquadrato dall’alto con il grandangolo fino a quando ho trovato una diagonale che mi soddisfaceva. Lo sguardo arriva diretto sulla croce bianca, ne segue la diagonale lunga che indica, come una freccia, i fiori rossi. La vignettatura e l'ampia porzione di verde, il colore complementare del rosso, trattengono lo sguardo entro il fotogramma.
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Fantastiche come sempre, complimenti Luigino.
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Fantastiche come sempre, complimenti Luigino.
Grazie Alberto! :ok:
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2^ parte 13^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Stesso posto dell'immagine precedente in Normandia, il contrasto tra il cimitero pieno di croci e stelle di David ed il mare di fronte, così vuoto e silenzioso, monocromatico, era davvero stridente. Ho cercato di cogliere quell’atmosfera in questo scatto, privo di un soggetto vero e proprio, ma che si regge per i delicati chiaroscuri, lineari sotto l’orizzonte e più morbidi, con i profili delle nuvole, sopra. Più chiari, che scuri, come si vede: non c'è nessun nero, a parte il sottile bordino che contiene tutta questa strana luce.
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3^ parte 13^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Qui invece siamo a Mont Saint Michel: non mi sono limitato a fotografare la classica vista sul profilo del santuario, ma da sopra le sue mura ho guardato in basso e la vista era questa delicata tavolozza da pittore. La composizione qui è giocata sul pattern della sabbia e dell’acqua, sui contrasti tonali e sulle diagonali convergenti al centro. Un po' di cielo aggiunge profondità e tridimensionalità all’immagine.
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Splendida. Per me una delle migliori.
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Splendida. Per me una delle migliori.
Grazie Lucio! :ok:
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14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Qui siamo a Vienna. Avevo con me un obiettivo con messa a fuoco manuale ed ho provato ad inquadrare le luci di Natale lungo la strada. Girando la ghiera della messa a fuoco ho avuto questa visione ed ho scattato semplicemente perché mi piaceva.
Il fulcro dell’immagine è il faro d'auto luminoso in basso, la parte sopra serve a tenere quel punto luce in equilibrio sulla verticale con un gradevole pattern astratto.
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Geniale!
:ciao:
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Geniale!
:ciao:
Grazie Lucio! :ok:
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Fantastiche anche le ultime come sempre.
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Luigino stai sparando i fuochi d'artificio ? :sarcastic:
FANTASTICHE :ciao:
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2^ parte - 14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Burano è un posto fantastico per i fotografi. Le sue case coloratissime ne attirano a migliaia ogni anno. Come Circolo ci andiamo spesso e speriamo di poterci tornare presto. A me, in questo caso, più delle viste d’insieme, piace isolare i particolari che trovo più interessanti. Qui la composizione porta al punto nodale (mai come in questa circostanza il nome è corretto) sul terzo sinistro superiore. Qui convergono le linee di forza della corda e le diagonali del tubo che si piega proprio sul nodo. Il resto solo linee e colori di complemento
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Grande occhio :ok:
:ciao:
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Grazie a tutti! :ok:
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3^ parte - 14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Ancora Burano. La composizione quadrata contiene e sottolinea il triangolo formato dal cavo sul quale si aggancia l’ombrello, con il suo manico sul terzo superiore sinistro. Anche il bordo coloratissimo dell’ombrello e l'ombrello in sé creano delle linee diagonali che divergono dalla punta verso il manico. Tutto molto statico, rilassato, tranquillo. Sul formato quadrato torneremo di nuovo tra qualche foto.
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4^ parte - 14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Francia, da qualche parte in Normandia. Ho fatto come il Patriarca Poppone ad Aquileia e sono salito sul campanile. Ho ripreso i tetti della chiesa sottostante dall’alto, giocando sui pattern delle tegole e delle macchie di muschio, sulle diagonali e sul contrasto tra i rossi e i neri.
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5^ parte - 14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Jokulsarlon è un luogo magico in Islanda: arrivano in mare dal vicino ghiacciaio veri e propri iceberg. Il riflusso del mare li spezza, li consuma, li "lavora" e li riporta a riva. Quando il ghiaccio assume colorazioni così blu dicono che è perché è vecchio di decine o centinaia di anni.. Ovviamente ho fotografato paesaggi più vasti, ma mi sono concentrato anche sui particolari, come questo pezzo di iceberg ripreso con il tele. La composizione è semplicemente il pattern del lavoro del tempo e del mare sul blocco di ghiaccio.
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Gran bel lavoro, da leggere e rileggere.....
Di articoli così ben fatti non se ne trovano molti ...
Le Foto inutile dirlo sono tutte super....
Grazie Luigino
Mandi Nicola
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Mandi Nicola, grazie a te! :ciao:
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Ormai non so più cosa dire ..... grande Luigino.
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Ormai non so più cosa dire ..... grande Luigino.
Grazie Alberto! :ciao:
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6^ parte - 14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Qualche anno fa Elena ed io siamo stati in vacanza sui Colli Romani. A Nemi c’è il museo delle navi romane, molto bello da visitare. Ma quando ho visto i soffitti di quell'edificio, mi sono subito innamorato delle loro splendide geometrie e mi sono messo a fotografare quelli. La composizione è un’armonia di diagonali, curve e triangoli. Il bianco e nero esalta la grana della muratura. A proposito di destrutturazione: proprio sui Catelli Romani abbiamo mangiato il tiramosù destrutturato: savoiardi e crema a parte, con piccola moka di caffè da versarci sopra. Buonissimo!
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7^ parte - 14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Santorini, con i suoi edifici bianchi e le sue cupole azzurre è un luogo fantastico per una vacanza. Elena ed io vi abbiamo trascorso una bellissima settimana e l’abbiamo girata in lungo e in largo in quad. Come spesso accade in vacanza, la mattina si dorme un po’ di più e la sera l’ora del tramonto combacia con quella della cena. Si fotografa spesso, quindi e necessariamente, in orari non propriamente propizi per il paesaggista. La scelta di ritagliare dal paesaggio qualche visione geometrica mi è venuta naturale. Le due macchie di luce celesti le ho messe sui terzi, ma l’immagine si regge soprattutto sui blu e gialli complementari.
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8^ parte - 14^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Destruttura il paesaggio
Sempre Santorini, stessa situazione di prima, ma nei suoi colori tipici: il bianco ed il blu. Il blu pesa molto di più del bianco e quindi ne ho messo di meno: un’immagine destrutturata ed astratta al tempo stesso.
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15^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Considera il mare
Se stai fotografando al mare, oltre al meteo ed alle onde, considera i movimenti delle maree: la situazione cambia, e non di poco, con la bassa o con la alta marea. Occhio anche alla tua sicurezza… se sei da solo su scogli viscidi, stivali buoni e grandissima prudenza!
Le maree, specialmente dove l’escursione è particolarmente rilevante, sono un fattore importante: scogliera emersa oppure sommersa fa la differenza. Ma vale anche nel nostro piccolo Adriatico.
Qui siamo sempre a Fossalon.
La foto che vedere è stato possibile realizzarla così solo perché l’acqua era sufficientemente bassa da permettermi di entrarci con gli stivali. Le onde concentriche che vedete in primo piano le provocavo io muovendo una gamba mentre scattavo. Entrano a forza nella composizione e portano diritti alla barchetta. Composizione classica semi-centrale con cielo riflesso, ma rotto dalle mie personali ondine. Tempo di scatto 1/40 di secondo. In precedenza ne abbiamo vista un'altra di immagine possibile sono con la bassa marea: la barchetta allagata ed appoggiata sul fondale, ricordate?
Per conoscere per tempo le maree ci sono delle app apposite, ma basta anche semplicemente guardare il giorno prima sui siti dei pescatori, quello dell’Ente tutela pesca, per esempio.
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Splendida, come pure le geometrie precedentemente postate.
:ciao:
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Splendida, come pure le geometrie precedentemente postate.
:ciao:
Grazie Lucio! :ciao:
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(Dopo qualche giorno di vacanza, torno con la:)
16^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Con qualunque tempo
Whatever the weather: con qualunque tempo Beh... Le nuvole: se non ci sono è una giornata triste per il fotografo, che è un meteoropatico all’incontrario: ama i nuvoloni carichi di pioggia e schifa le giornate di solo sole.
Qui siamo a Lignano, alla Pagoda, durante le mareggiate di novembre dell'anno scorso che hanno divelto le tavole di camminamento del pontile. Scattavo a filo della transenna che interdiceva l'accesso alla Pagoda: dovevo stare molto attento e periodicamente dovevo tirare indietro la fotocamera e tutto il treppiede perché arrivavano delle onde fino a quell'altezza. Il tempo molto lungo, 30 secondi, ha appiattito tutto e sono scomparsi anche i numerosi surfers che si trovavano in mare in quel momento. Ho fatto diversi scatti, ma ho scelto questo, con il sole, che ha fatto capolino solo per un attimo. La composizione è classica, con le diagonali e le rette che puntano alla Pagoda, con il sole inserito grossomodo allo snodo dei terzi in alto a destra.
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2^ parte - 16^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Con qualunque tempo
Queste sono le funi della funivia che porta al Lagazuoi, Dolomiti sopra Cortina. Gita fotografica con pernottamento del Circolo. Sopra, al rifugio c'era il sole ed in basso un tappeto di nuvole, che abbiamo attraversato scendendo. Composizione pret a porter basata sulla diagonale delle funi e bilanciata dai pesi delle rocce in basso.
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3^ parte - 16^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Con qualunque tempo
Questi invece sono due alberi che spuntavano dalla nebbia in Normandia. Altri si intravedono appena dietro, nella nebbia. Ho urlato ALT e fatto fermare la macchina con la quale viaggiavamo e uno dei miei compagni di viaggio ha detto: «Cossa al gà visto questo ‘desso?» Ho piazzato gli alberi sulle linee verticali dei terzi e voilà, fatta la foto! Quando ha visto la foto ha detto "Ah, però!".
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Anche quest'ultime veramente super, complimenti Luigino.
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2^ parte - 16^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Con qualunque tempo
Queste sono le funi della funivia che porta al Lagazuoi, Dolomiti sopra Cortina. Gita fotografica con pernottamento del Circolo. Sopra, al rifugio c'era il sole ed in basso un tappeto di nuvole, che abbiamo attraversato scendendo. Composizione pret a porter basata sulla diagonale delle funi e bilanciata dai pesi delle rocce in basso.
Scatto geniale :ok:
:ciao:
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3^ parte - 16^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Con qualunque tempo
Questi invece sono due alberi che spuntavano dalla nebbia in Normandia. Altri si intravedono appena dietro, nella nebbia. Ho urlato ALT e fatto fermare la macchina con la quale viaggiavamo e uno dei miei compagni di viaggio ha detto: «Cossa al gà visto questo ‘desso?» Ho piazzato gli alberi sulle linee verticali dei terzi e voilà, fatta la foto! Quando ha visto la foto ha detto "Ah, però!".
Ciao Luigino,
Bellissimo minimal grafico.
Ciao
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Grazie mille a tutti! :ciao:
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17^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
La perseveranza paga
Tornare negli stessi luoghi: ogni stagione ha colori e situazioni diverse. E la perseveranza paga. Vacci, tornaci, aspetta che spiova o che esca uno spiraglio di luce buona.
Qui siamo in Islanda, tempaccio… neve, vento gelido (guardate l’onda in basso a sinistra) cielo grigio uniforme… La tentazione era quella di andarsene a bere una birra… ma siamo rimasti e siamo stati premiati da quella lama di luce laggiù in fondo, che davvero fa la foto e le toglie tutta la piattezza che altrimenti avrebbe avuto.
Ero qui con Paolone e Stefano, l’anno scorso a febbraio. Ho già detto che sono due ottimi compagni di viaggio? L’importanza di avere i giusti compagni di viaggio deve esservi nota: la buona riuscita delle vostre immagini o anche molto più semplicemente del vostro viaggio, dipende tantissimo dai compagni di viaggio che vi scegliete (o che vi scelgono): non è detto che con i compagni di viaggio giusti porterete a casa foto splendide, ma sicuramente vivrete momenti magnifici… Con i compagni di viaggio sbagliati (credo sia successo a tutti), magari portate anche a casa qualche buono scatto, ma non vi sarete goduti come avreste meritato la vacanza fotografica! Con Paolo e Stefano è stato un viaggio memorabile e ci siamo divertiti tantissimo… abbiamo cucinato, guidato per migliaia di km, preso freddo, dormito nella casa dei 3 porcellini, fotografato, fotografato e fotografato, e a momenti ci sbattevano in galera (ma questa ve la racconteremo assieme un’altra volta) …speriamo di poter fare presto un bis di questo viaggio. La composizione qui è molto semplice, sui terzi. Ho tenuto nell’inquadratura un po’ di rocce scure per dare peso alla parte «terrestre» del fotogramma, in quanto il cielo, a causa della neve in terra, era più scuro del primo piano e questo all’occhio non sempre piace. Con il nero a destra e la luce che si insinua a sinistra il tutto è più equilibrato.
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Non le ho commentate tutte perché molte le avevo già viste e commentate a quel tempo qui sul forum, le inedite mi piacciono molto. Complimenti per il tutto. :ok:
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Non le ho commentate tutte perché molte le avevo già viste e commentate a quel tempo qui sul forum, le inedite mi piacciono molto. Complimenti per il tutto. :ok:
Grazie Federico :ciao:
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18^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Scegli il momento
Non è forse così fondamentale come il momento decisivo dei fotografi alla Henry Cartier-Bresson, ma la scelta del momento giusto è importante anche per il fotografo di paesaggio.
Questa è l’azienda agricola Castelvecchio, a Sagrado, fanno un ottimo vino! Con le foglie sugli alberi, sarebbe stata tutt’altra foto, molto meno grafica di così. Per fare questo scatto, mi sono dovuto arrampicare sulla rete di recinzione ed ho scattato in precario equilibrio. Il pattern delle viti, la ripetizione degli alberi spogli interrotta dal casale che puntella tutta l’immagine, resa particolarmente leggera dall’ampio spazio negativo del cielo, chiamano un taglio molto panoramico, come questo che vedete.
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19^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Un'oretta prima
Forse mi ripeto, ma è un concetto fondamentale: metti in conto molte levatacce: è buona cosa arrivare per tempo, un’oretta prima dell’alba, un’oretta prima del tramonto, in modo da organizzare al meglio lo scatto ed avere anche un po’ di margine per gli imprevisti. E fermati anche quando il sole è già tramontato.
Il fotografo di paesaggi non è mai un fotografo pigro e anche se sei un fotografo pigro è meglio che a mezzogiorno ti fermi a mangiare piuttosto che a fotografare!
Due piccole storie:
Ormai una decina di anni fa ho fatto una serata a Lignano chiamato dal mio amico Doriano Moro, un amico che purtroppo non c'è più. Ho fatto vedere tutte foto di mare, scattate nei posti di mare della nostra regione e non solo. Alla fine della serata uno dei presenti mi ha chiesto che filtro usassi per avere quei colori. Ho risposto che usavo sempre il filtro "SVEGLIA": erano per gran parte foto scattate con i colori dell'alba. L'altra piccola storia: una mattina con il mio amico Paolo siamo andati a fotografare l'alba a Fossalon, ma abbiamo trovato il ponte di Fiumicello chiuso per lavori. Ecco, se non ci fossimo presi un po' di margine, quella mattina ci saremmo persi una splendida alba.
Abbiamo appena sottolineato l’importanza di arrivare in tempo sulla location e di andarsene quando non c’è proprio più luce o ce n’è troppa… Ma non è solo l’oretta prima o l’oretta dopo… molte volte conta anche un attimo prima o un attimo dopo. Come per la foto di Castelluccio, ricordate? Sempre con Paolone e Stefano in Islanda, ci siamo fermati per un pit stop in una piazzola e le tracce bianche di pnenumatici sulla strada non c’erano ancora… Ma è partito un fuoristrada proprio in quel momento, ho visto le tracce che ha lasciato ed ho fatto al volo questo scatto, prima che arrivassero altre auto e le cancellassero con il loro passaggio. La composizione è costruita sulla diagonale curva della strada che porta verso le montagne, ma è di molto rafforzata dalle tracce di neve sull'asfalto, fortemente grafiche e che entrano nella composizione dall'angolo nel quale entra l'occhio umano occidentale, l'inferiore sinistro…
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20^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Scegli l'attrezzatura
Uno scorcio di mare di Lignano, nei pressi della Terrazza a Mare: un buon cavalletto ed una buona inquadratura, non serve molto di più per fare una bella foto di paesaggio. Questo è davvero uno scatto elementare: con un lungo tempo (85 secondi) ho reso il mare particolarmente piatto e setoso. Il cielo è immobile e terso, il resto lo fanno i colori delicati, che sono contrappuntati dalla sabbia d’oro in basso a bilanciare tutta quella luce. Le geometrie astratte, invitano a questo tipo di composizione: un triangolo in basso, un trapezio in mezzo ed un rettangolo in alto, chiamano la forma piana mancante, il quadrato, che le contiene tutte. La parte più scura è dove deve essere: in basso e non troppo ingombrante, le parti chiare più su… Siamo tutti abituati al formato rettangolare. Il mondo della pittura, salvo rarissime eccezioni, E’ rettangolare.
Il taglio quadrato impone una composizione assolutamente rigorosa. Il fotogramma non è una cornice da riempire, ma una figura geometrica entro la quale le linee e le forme assumono un ruolo non secondario e una diversa forza espressiva.
Il formato quadrato ha quindi regole diverse dalle solite, tutto sottostà alla simmetria e all’armonia. E’ il formato più statico che esista: se si vuole rappresentare la quiete, la mancanza di movimento, il formato quadrato si presta particolarmente bene.
Comporre avendo in testa il formato quadrato non è per niente facile, anzi! Qui tutto è invece apparentemente facile, quieto, immobile e davvero elementare.
Del resto, lo dice anche la canzone di Vecchioni (Parabola): «Il mare è facile, c'è poco da inventare»
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Sempre al Top Luigino. Concordo una meglio dell'altra. :ciao:
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19^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Un'oretta prima
Forse mi ripeto, ma è un concetto fondamentale: metti in conto molte levatacce: è buona cosa arrivare per tempo, un’oretta prima dell’alba, un’oretta prima del tramonto, in modo da organizzare al meglio lo scatto ed avere anche un po’ di margine per gli imprevisti. E fermati anche quando il sole è già tramontato.
Il fotografo di paesaggi non è mai un fotografo pigro e anche se sei un fotografo pigro è meglio che a mezzogiorno ti fermi a mangiare piuttosto che a fotografare!
Due piccole storie:
Ormai una decina di anni fa ho fatto una serata a Lignano chiamato dal mio amico Doriano Moro, un amico che purtroppo non c'è più. Ho fatto vedere tutte foto di mare, scattate nei posti di mare della nostra regione e non solo. Alla fine della serata uno dei presenti mi ha chiesto che filtro usassi per avere quei colori. Ho risposto che usavo sempre il filtro "SVEGLIA": erano per gran parte foto scattate con i colori dell'alba. L'altra piccola storia: una mattina con il mio amico Paolo siamo andati a fotografare l'alba a Fossalon, ma abbiamo trovato il ponte di Fiumicello chiuso per lavori. Ecco, se non ci fossimo presi un po' di margine, quella mattina ci saremmo persi una splendida alba.
Abbiamo appena sottolineato l’importanza di arrivare in tempo sulla location e di andarsene quando non c’è proprio più luce o ce n’è troppa… Ma non è solo l’oretta prima o l’oretta dopo… molte volte conta anche un attimo prima o un attimo dopo. Come per la foto di Castelluccio, ricordate? Sempre con Paolone e Stefano in Islanda, ci siamo fermati per un pit stop in una piazzola e le tracce bianche di pnenumatici sulla strada non c’erano ancora… Ma è partito un fuoristrada proprio in quel momento, ho visto le tracce che ha lasciato ed ho fatto al volo questo scatto, prima che arrivassero altre auto e le cancellassero con il loro passaggio. La composizione è costruita sulla diagonale curva della strada che porta verso le montagne, ma è di molto rafforzata dalle tracce di neve sull'asfalto, fortemente grafiche e che entrano nella composizione dall'angolo nel quale entra l'occhio umano occidentale, l'inferiore sinistro…
In effetti le tracce della neve sull'asfalto elevano di molto la qualità dell'immagine, già ottima. :ok:
:ciao:
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Super le ultime due, complimenti Luigino.
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Avanti così ,gran bella serie 👍👍👍👍👍
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Grazie mille a tutti! :ok:
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21^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Fermo sulle gambe
Non importa infatti se hai Canon, Nikon, Sony, Fuji o Pentax, quello che fa davvero la differenza nella fotografia di paesaggio è un buon cavalletto. Non riesco a capire quelli che spendono migliaia di euro in macchine fotografiche ed obiettivi e poi girano con un treppiedi da quattro soldi.
Il cavalletto deve essere stabile sulle gambe e la testa non deve muoversi mentre scatti! Punto! Come si fa a capire se un treppiedi è buono? Lo apri, lo alzi e premi con forza dall'alto verso il basso sulla testa: se flette facilmente, non va bene. Deve reggere il peso che ci metti sopra e non deve vibrare con il vento.
La nitidezza è fondamentale: avere il più buon grandangolo al mondo non serve a nulla se non sei in grado di catturarne tutta la nitidezza.
Un buon cavalletto, ormai lo avete capito, è importantissimo ai fini della riuscita delle nostre immagini. Deve essere stabilissimo, possibilmente leggero (perché te lo devi portare dietro spesso per ore, quindi meglio se in carbonio) ed avere una testa che una volta stretta non si muova: nel paesaggio l’inquadratura a volte è millimetrica. Non ha senso spendere migliaia di euro in ottiche e corpi macchina e lesinare sul cavalletto. Un buon cavalletto può durare decenni. Io ho un Feisol piuttosto grande con testa Kirk, che uso poco, mentre uso più spesso e in viaggio un Leophoto in carbonio con testa della stessa marca: un LS-324C+ testa LH 40 (350 euro in tutto).
La composizione di questa immagine è centrale per dare senso a tutte le geometrie: linee e diagonali puntano a stella proprio verso il centro, ove si staccano, appena un po’ defilato, il faro bianco e rosso e, più defilata, la lama di luce dell’alba.
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Come sempre, non finisci mai di stupire! Super. :ciao:
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Ottima anche questa.
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troppo facile dire che abbiamo finito i complimenti ? ......... ma comunque ne inventiamo nuovi :ciao: :ciao: :ciao:
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Grazie mille a tutti!!! :ciao:
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22^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Non tutto si può risolvere dopo
Devi essere consapevole della qualità della tua attrezzatura, saperla usare e saper usare i filtri che eventualmente monti, infatti non tutto si può risolvere dopo con Photoshop!
Quando scattiamo, cerchiamo di inquadrare in bolla, di usare i filtri, se servono, per equilibrare la luce… tutto quello che dovremo sistemare dopo a casa in Photoshop, poco o tanto penalizzerà la resa finale dell’immagine. Se dobbiamo raddrizzare delle linee cadenti o un orizzonte molto storto, ci mangeremo una buona fetta del file, per esempio. In questa immagine, siamo alla Fiera di Udine, Festival delle Mongolfiere, 2 anni fa, ho scelto deliberatamente di tenere le linee cadenti per dare slancio compositivo a questa immagine, molto grandangolata: mi sono proprio disteso per terra (si, ormai è conclamato che lo faccio spesso: mi hanno anche visto e riconosciuto a Lignano giorni fa) ...dicevo, mi sono sdraiato per terra per avere questa visuale, con il giallo che si staglia contro il suo colore complementare, il blu. Il sole, che sarebbe sicuramente risultato sovraesposto, l'ho smorzato dietro la mongolfiera, illuminandola come fosse un abat-jour.
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23^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Non aspettare di essere a casa
Controlla i puoi scatti sul campo, non aspettare di arrivare a casa per accorgerti che avevi montato male l’holder portafiltri o di non aver messo a fuoco correttamente.
Ancora Islanda l'anno scorso, siamo a Kirkjufell: immagine integrale, nessun ritaglio, ho scattato usando un paio di filtri GND uno sull’altro per scurire il cielo, che era troppo chiaro rispetto al primo piano: in questa situazione è molto facile vignettare e/o montare male i filtri.
È cosa buona e giusta verificare sempre sul campo di non aver commesso errori nel montaggio dei filtri. Altra buona pratica è controllare sempre l’istogramma… tutte cose che dobbiamo fare sempre sul campo: quando saremo a casa, non potremo più recuperare uno scatto sbagliato… o quantomeno non senza molta fatica… Altra cosa importante: quando si usano grandangoli sotto i 28mm su Full Frame contro un cielo come questo, va evitato il polarizzatore, che non riuscirebbe a polarizzare tutto il cielo e creerebbe una brutta macchia scura in un cielo per il resto più chiaro.
Qui la composizione contrappone ed equilibra la montagna, piuttosto grande, con i pezzi di ghiaccio che proiettano lo sguardo verso la montagna stessa, ingigantiti dall’uso del grandangolo. Le tonalità sono piuttosto fredde, ad eccezione della sommità della montagna e della sottile linea montuosa sulla destra, baciate dal sole.
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Gran bella immagine anche questa, bilanciata perfettamente a livello compositivo. Ciao
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23^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Non aspettare di essere a casa
Controlla i puoi scatti sul campo, non aspettare di arrivare a casa per accorgerti che avevi montato male l’holder portafiltri o di non aver messo a fuoco correttamente.
Ancora Islanda l'anno scorso, siamo a Kirkjufell: immagine integrale, nessun ritaglio, ho scattato usando un paio di filtri GND uno sull’altro per scurire il cielo, che era troppo chiaro rispetto al primo piano: in questa situazione è molto facile vignettare e/o montare male i filtri.
È cosa buona e giusta verificare sempre sul campo di non aver commesso errori nel montaggio dei filtri. Altra buona pratica è controllare sempre l’istogramma… tutte cose che dobbiamo fare sempre sul campo: quando saremo a casa, non potremo più recuperare uno scatto sbagliato… o quantomeno non senza molta fatica… Altra cosa importante: quando si usano grandangoli sotto i 28mm su Full Frame contro un cielo come questo, va evitato il polarizzatore, che non riuscirebbe a polarizzare tutto il cielo e creerebbe una brutta macchia scura in un cielo per il resto più chiaro.
Qui la composizione contrappone ed equilibra la montagna, piuttosto grande, con i pezzi di ghiaccio che proiettano lo sguardo verso la montagna stessa, ingigantiti dall’uso del grandangolo. Le tonalità sono piuttosto fredde, ad eccezione della sommità della montagna e della sottile linea montuosa sulla destra, baciate dal sole.
Molto bella. :ciao:
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Super come sempre.
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Super foto e ottimi consigli. Grazie :ciao:
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Grazie mille a tutti! :ciao:
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24^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
In questo momento...
Dicevamo dell'attrezzatura. In questo momento utilizzo fotocamere e obiettivi Canon, ma nel corso degli anni ho usato di tutto.
Negli anni '80 in analogico ho cominciato con Olympus, una OM1 completamente manuale, poi sono passato a Nikon. Nel digitale ho continuato con Nikon, ma poi sono passato a Canon, per un periodo ho usato anche Fuji e Sony, oggi sto felicemente utilizzando solo Canon. A parte questo e che io sono il classico compratore che acquisterebbe un divano di Poltrone & Sofà quando non ci sono le svendite… si può fotografare bene con qualunque «brand» come dicono gli inglesi. Certo, una buona attrezzatura aiuta, ma la migliore attrezzatura sono i nostri occhi, o meglio, la nostra visione e la nostra immaginazione: la capacità di tradurre in buone immagini quello che ci sta davanti.
Qui, in questa foto, davanti a me c’era uno dei posti più fotografati al mondo: il Nest Point all’Isola di Skye, Scozia. 7 anni fa, con Fabio, Marco, Roberto e Stefano. Uno dei tramonti più belli che abbia mai visto in vita mia, con un cielo davvero fantastico.
Qui la diagonale della penisola porta dritta al faro, che sono riuscito a cogliere acceso e che ho piazzato quasi al centro, per permettere alla diagonale delle rocce di svilupparsi come meritava. Mi piacciono molto, e li ho valorizzati, i riflessi dell’ultima luce del giorno sulla scogliera.
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Fantastica, complimenti Luigino.
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Grazie Alberto :ciao:
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25^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Non fissiamoci solo sul grandangolo
L’obiettivo che come paesaggista non lascio mai a casa è il 16-35 f/4. Ma non fissiamoci solo sul grandangolo, anche un tele può tornare spesso utile, persino il telefonino viene buono in certi casi. E, se vuoi utilizzare un punto di vista diverso: il drone!
Qui siamo a Lignano, giusto qualche giorno fa. Giornataccia per i bagnanti, ma gran belle nuvole per i fotografi. Ombrelloni chiusi e corsie separate per il distanziamento sociale a condurci dentro l’immagine, scattata con il telefonino e convertita in BN con Nik Silver Efex.
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2^ parte - 25^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
...oppure il drone!
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3^ parte - 25^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
...oppure il tele!
Questo scatto, siamo a Marano Lagunare, è fatto al tramonto con un 70-200 a 200mm. La composizione evidenzia la rete, messa lì quasi a separare i toni caldi della parte di mare raggiunta dalla luce, da quelli freddi della parte in ombra. Il tempo lungo appiattisce il mare e rende l'immagine più onirica.
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Ottime pure queste, con preferenza per l'ultima splendida.
:ciao:
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Molto belle anche queste con l'ultima spettacolare. Complimenti Luigino.
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Grazie ragazzi! :ciao:
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26^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Una visione molto luminosa
Per la fotografia notturna, è necessario possedere una lente molto luminosa per limitare gli ISO e per permettere tempi di scatto adeguati. Io per questi scatti utilizzo un ottimo Sigma 14mm f/1.8, che mi è stato regalato da Elena l'anno scorso appositamente per fotografare l'aurora in Islanda.Torniamo quindi con questo scatto per l’ennesima volta in Islanda, con Paolo e Stefano. Quella sera, il 2 febbraio pioveva, ma l’attività dell’aurora risultava abbastanza intensa… Usando una qualche diavolo di app che aveva Paolo sul telefonino, siamo andati in cerca di uno spazio non coperto da nubi e dopo molti km lo abbiamo finalmente trovato. A casa poi ho usato la correzione dell’obiettivo in lightroom per rimuovere la vignettatura, abbastanza presente ai diaframmi più aperti e Topaz Denoise per ridurre il rumore, come vi ho fatto vedere in diretta nella serata dedicata ai plugin qualche settimana fa. Per l'aurora si espone in manuale: la sua luminosità cambia ogni istante ed esporre in automatico produrrebbe molti scatti troppo sotto o sovraesposti. Qui il tempo si esposizione era di 2 secondi ad f/2 e ISO 1600. Per fotografare le stelle c'è la regola del 600, ovvero, in questo caso, avrei dovuto dividere 600 per 14, ottenendo un tempo di scatto accettabile e senza startrail di 42 secondi, ma era troppo lungo per l'aurora e l'avrei tutta "impastata". Per l'aurora vanno bene tempi piuttosto brevi.
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Fantastica anche questa.
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Bel colpo!!! :ok:
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Delle ultime 3 difficile scegliere , tiro la monetina👍Complimenti
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Grazie ragazzi! :ciao:
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27^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Un fotografo deve
Un fotografo di paesaggio deve assolutamente avere il polarizzatore e possibilmente almeno un filtro GND/ND.
In questa occasione il polarizzatore, un Heliopan montato sull'holder della Lee, mi ha permesso di far vedere meglio la cima che attraversa sotto l'acqua la sabbia ed il filtro GND di scurire leggermente il cielo. Ho prestato attenzione, dato l'uso di un 21mm, a non avere macchie di polarizzazione in cielo, aiutato in questo dalla composizione verticale e da un cielo non propriamente terso.
Questa è la famosa Salty Dog e qui entra in gioco anche il fattore Q, che, come in tutte le cose, a volte ci aiuta a portare a casa più di quanto ci aspettassimo.
Era novembre e sono uscito ben prima dell'alba per fotografare l'Isonzo dal ponte di Sagrado. Ha cominciato a piovere, ma non volevo rientrare ancora a casa. Mi sono ricordato che un paio di settimane prima, dal pontile di Grado Pineta, avevo visto questa barca arenata in spiaggia e sono andato a cercarla. Lungo il tragitto ha smesso di piovere. In bagagliaio ho sempre 2 cose da fotografo: cavalletto e stivali. Una volta tenevo anche una boa rossa, ma poi mi sono stufato di portarmela in giro. Sono arrivato sul posto, ho indossato gli stivali, però l'acqua era troppo alta per arrivarci asciutto... Ma intravedevo una situazione fotografica che non potevo lasciar perdere e così mi sono fatto coraggio e sono andato avanti con l'acqua fino al ginocchio... ma la foto l'ho fatta, questa che vedete, anche se poi per qualche giorno ho starnutito. Da quando ho pubblicato per la prima volta questa immagine, è cominciata la processione di fotografi e io stesso sono tornato varie volte da Salty Dog, questo il nome che le ho dato (chissà perchè mi è venuta in mente la canzone dei Procol Harum). Claudio, l'amico che vende macchine fotografiche alla SME di Gradisca mi ha raccontato che in quel periodo è passata da lui una persona che arrivava da Padova, ha saputo di Salty Dog ed ha comperato cavalletto, macchina ed obiettivo nuovi apposta per andarla a fotografare. Tutti la chiamavano ormai Salty Dog. Un brutto giorno, qualche mese dopo, Elena ed io l'abbiamo trovata a riva, fatta a pezzi con la motosega dagli operai del comune di Grado. Siamo esseri stranamente romantici noi fotografi.
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E' sempre un piacere vedere questa splendida immagine Luigino :ok: Ciao
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Bravissimo Luigino, altri due scatti al top, molto diversi tra loro, ma ugualmente splendidi.
:ok: :ok: :ok:
:ciao:
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eh questa sempre bellissima da vedere . Super !
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Grazie ragazzi! :ciao:
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28^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Scegli come finire il lavoro
Come avrete già capito, quando riponiamo la macchina fotografica nello zaino, rimane ancora del lavoro importante da fare a casa.
Torniamo con questa immagine ancora una volta, l'ennesima, in Islanda, dalle parti di non mi ricordo più che ghiacciaio… Cavalletto, filtro GND, tempo abbastanza lungo, ma non troppo, in modo da conservare il piacevole movimento dell’acqua color fango. Ho corretto in Photoshop il bilanciamento del bianco (c’era troppo blu) ed il contrasto, ho enfatizzato le nuvole e migliorato i toni complessivi. Ho scelto questo taglio che non chiude l’acqua in basso a sinistra, ma aumenta il senso del suo scorrere, le isolette scure in mezzo al fiume comunque riportano lo sguardo dentro il fotogramma, il bordino nero trattiene tutto. I gialli in basso ed a destra si bilanciano e si completano con i colori freddi del cielo e delle montagne.
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29^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Il tuo lavoro non sarà mai finito
Lo abbiamo accennato ieri: il tuo lavoro comunque non sarà mai finito fino a quando non avrai processato le tue foto in Lightroom/Photoshop. Ed a volte neppure basterà quello...
Qui siamo sul Lagazuoi, il bellissimo rifugio sopra Cortina, durante un workshop, o meglio, una gita fotografica del Circolo. L’atmosfera era bellissima e con questi corvi neri l'immagine si prestava molto ad una conversione in BN… Fatto tutto quello che dovevo fare in Photoshop e Nik Silver Efex, l'immagine era finita. Ma più la guardavo e più i corvi mi sembravano troppi e non così ben distribuiti nel frame…
Allora ne ho eliminati un po’, lasciando nell’immagine solo quello più vicino, che conferisce un’enorme profondità a tutta l'inquadratura, con il punto fermo del corvo nero ad ancorare lo sguardo e tutta la teoria delle montagne sui toni bianco e grigio chiaro a dare tutto un altro senso al suo volo, ora solitario, come quello dell'aquila.
Quale preferite?
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La seconda.
Nella prima l'occhio rimbalza da un corvo all'altro e si perde la visione di insieme dell'immagine, caratterizzata da un bellissimo sfondo.
Splendide pure le due precedenti.
:ciao:
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Complimenti per tutte le ultime immagini :ok: Sono di altissimo livello !!
Per questa dei corvi anche per me la seconda, forse non starebbe male anche la versione senza i corvi centrali mantenendo solo i tre con le ali aperte più grandi di tutti
Ciao :ciao:
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Bellissime, sempre al top.
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Grazie a tutti! :ciao:
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30^ pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Cose piuttosto semplici
Dovreste saperlo, ma meglio che lo ripeta: se si fotografano i paesaggi, è indispensabile scattare sempre in raw! Il mio workflow prevede tutte cose piuttosto semplici: correzione dell’obiettivo e dell’aberrazione cromatica, bilanciamento del bianco, valori tonali per correggere di fino l’esposizione, curve… Non sono un guru di Photoshop, lo uso si e no al 10% delle sue potenzialità, ma vi assicuro che per un fotografo basta e avanza così.
Se si espone correttamente, se si inquadra correttamente, poi bastano queste 4 cose per sistemare una foto. Siamo ancora a Fossalon, se vedeste questo posto a mezzogiorno, non gli dareste una lira: all’alba diventa invece magico! Oppure siamo noi fotografi a fare qualche strana magia a questo ritrovo di zanzare. Dicevamo… Fossalon: la barchetta ha il suo framing ovale che la circonda con la prima luce calda del giorno nel terzo superiore sinistro, la boa rossa (non la mia privata, questa c'era, era proprio lì), la boa rossa solitaria in basso a destra, che bilancia, anche cromaticamente tutta l’immagine.
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Splendida :ok: :ok: :ok:
:ciao:
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Spettacolare come sempre.
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Grazie ragazzi! :ciao:
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31^ ed ULTIMA pillola palliativa per malati di fotografia (da Scorciatoie per paesaggi più belli)
Solo le impronte!
Lascia solo le tue impronte!. Non so chi abbia detto per primo questa frase, ma oggi la si usa spesso per sottolineare come bisogni essere rispettosi dell’ambiente, degli animali, dei luoghi e delle altre persone, ovviamente.
Mi è sembrato quindi opportuno, in chiusura, utilizzare questa immagine perché ci sono un sacco di impronte. E’ una mattina di novembre di ben 12 anni fa, poco prima dell’alba, siamo dalle parti della spiaggia di Brussa, si arriva qui dopo una lunga camminata. La composizione è costruita sulle diagonali da sinistra e che conducono ai casoni, sottolineati in alto anche dalle nuvole e dalle prime luci.
Se poi siamo così bravi da non lasciare neanche le nostre impronte… ancora meglio!
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Molto bello anche il gran finale.
:ciao:
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Molto bello anche il gran finale.
:ciao:
Grazie mille :ciao: