Giacomo Menta

Giacomo “Gianni” Menta

 

Lunedì 20 Giugno, alle 20:30, presso la Sala Riunioni del Palmanova Outlet Village, è stato nostro ospite Giacomo “Gianni” Menta, Responsabile della sezione AFNI del Friuli Venezia Giulia e Socio del Circolo Fotografico Palmarino.

Come al solito, è stato intervistato dal nostro Paolone Vercesi:

 

Paolo Vercesi: Cominciamo con le domande facili, nome e cognome.

 Gianni Menta: Giacomo Menta per gli amici Gianni. Non chiedetemi il perché …è una storia lunga. Chiamatemi come volete, basta che mi chiamate.

PV: Età?

 GM: A novembre 63.

PV: Professione?

 GM: Zoonomo, zootecnico, in pratica sono un agronomo specializzato in allevamento del bestiame.

PV: E’ una professione che ha a che fare con la fotografia?

 GM: No anche se ultimamente chiedono di fotografare delle bovine per metterle sulle riviste.

(Risate)

GM: non ridete perché c’è un fotografo che lo fa di professione e guadagna un sacco di soldi. Non certo io, però.

PV: Agronomo e zoonomo per amore degli animali?

 GM: Sì, sicuramente sì. Ma se tornassi indietro, i tempi sono cambiati, sceglierei qualcos’altro. Bisogna sempre contestualizzare nel periodo storico, ero un ragazzo come tanti e a quell’età volevo fare qualcosa per cambiare il mondo. La seconda voce del deficit (commerciale) dell’Italia era proprio il settore zootecnico, dopo il petrolio, con l’importazione di animali… avendo fatto l’istituto agrario mi sembrava una cosa buona. Adesso, con il senno di poi, farei qualcos’altro, comunque quello che faccio mi piace.

PV: La fotografia come entra nella tua vita?

 GM: Quando sento rivolgere ad un fotografo di natura la domanda: “Ti piace la natura”, la trovo banale. Direi che per me è quasi indispensabile stare nella natura. Cioè stare lunghi periodi senza essere all’aria aperta per me è veramente difficile. In particolare ho sempre amato gli animali. Il primo libro che mio padre mi lesse, è stato “Zanna bianca”, seguito da “Il richiamo della foresta”. Forse, se avesse saputo come sarebbe andata a finire, non lo avrebbe fatto. Ho sempre amato gli animali. Mia madre si ricorda ancora adesso che da bambino le capitavo in casa con qualche uccelleino caduto dal nido e cercavo, purtroppo spesso inutilmente.

PV: E alla fotografia come ci siamo arrivati?

(risate)

GM: …scusate ho dimenticato la seconda parte. Una macchina fotografica l’ho sempre avuta ma non sapevo bene cosa farne, e mi limitavo a documentare i posti dove andavo. Ho sempre fatto dell’escursionismo in gioventù, venti chili fa facevo anche scialpinismo e andavo spesso anche in barca a vela, documentando così le mie attività all’aria aperta. Nel 2009 durante un viaggio in Svezia ho conosciuto un fotografo di natura, Vitantonio Dell’Orto, che peraltro è essenzialmente un paesaggist. Ricordo che in quell’occasione fece provare ad un ragazzo l’ebbrezza di stare in un capanno per fotografare gli  animali. In quel momento provai una grande invidia: “se lo può fare lui, posso farlo anch’io” pensai. Per tanti anni ho sempre partecipato a censimenti, con l’università di Padova, Veneto Agricoltura e con i parchi regionali, in pratica sono arrivato alla fotografia dalla conoscenza degli animali. Quando si parla di un fotografo naturalista dico sempre che prima del fotografo ci dovrebbe essere un naturalista. Ora, naturalista è una parola impegnativa, comunque la natura penso di conoscerla almeno un po’. Dopodiché se sei anche bravo a fotografare, meglio.

PV: “Zanna bianca”, la Svezia, tutto richiama un po’ il nord, come nasce la preferenza?

 GM: Ho una spiccata preferenza per il nord, anche se pure l’emisfero sud, l’Africa e l’Asia devono essere molto belli. Purtroppo nella vita ci sono vincoli di tempo e di denaro e ognuno deve darsi delle priorità. Per adesso sono stato al Nord. Un domani, se avrò voglia, tempo e soldi, farò di sicuro anche il sud.

PV: Bene, cominciamo quindi con?

 GM: Cominciamo, con la Groenlandia. Faccio una premessa, sono uno che i fotografi di natura chiamano “animalaro”, cioé fotografo essenzialmente animali, ma in questa multivisione della Groenlandia troverete anche paesaggi:  scusatemi non è il mio forte, ho fatto quello che ho potuto.

(proiezione di “Groenlandia”

 

GROENLANDIA

GROENLANDIA © Gianni Menta

 

PV: Complimenti per le immagini! È più emozionante vederle adesso o trovarsi in quei luoghi?

 GM: E’ ancora emozionate vederle adesso, ma lo è sempre…

PV: Vediamo se c’è qualche domanda dal pubblico…

Pubblico: Volevo chiedere…  quelle bellissime foto prese dall’alto che sembrano un po’ prese dal cielo, come le avete realizzate?

GM: Siamo saliti su un piccolo aereo. Nell’organizzazione del viaggio c’era anche questo giro in aereo, era chiaramente un’opportunità per fotografare dall’alto, un’occasione fantastica

Pubblico: Eccezionale!

GM: Eh s!

GROENLANDIA

GROENLANDIA © Gianni Menta

 

Pubblico: Che periodo era?

GM: Mi sembra che fosse luglio o agosto, adesso non ricordo con esattezza. Vorrei però testimoniare il fatto che lo scioglimento dei ghiacci è qualcosa di veramente tangibile quando si visitano questi posti. I nativi, gli Inuit, non si ricordavano un’estata così calda, quindi lo stesso porto di Ilulissat era strapieno e ingombro di pezzi di ghiaccio che ostruivano la normale navigazione della gente del posto. Poi, non so se avete visto, c’era un iceberg rovesciato che era particolarmente azzurro. Abbiamo avuto veramente paura perché questo iceberg si è rovesciato vicino a noi sollevando un’onda immensa… C’è stato un momento di panico, ma per fortuna siamo qui a raccontarla. Ritornando alla domanda sulla preferenza verso il nord, chi ha sentito i miei racconti, sa che al nord se perdi lo zaino te lo restituiscono più facilmente.

PV: Quanti giorni è durato il viaggio?

 GM: Due settimana se non ricordo male. Non chiedetemi dei soldi perché sto cercando di dimenticare… erano tanti, ma non rimpiangerò mai soldi spesi per viaggiare. Viaggiare è una passione che cerco di unire alla fotografia, per conoscere posti e persone nuove.

Pubblico: Com’era composto il gruppo?

GM: C’erano due fotografi professionisti, Luciano Gaudenzio ed Alessandra Meniconzi, che è essenzialmente un’etnografa, poi eravamo altre 7-8 persone.

Pubblico: Un’altra domanda, quelle immagini, così ben dettagliate, anche se riprese dall’aereo, con che obiettivo sono state fatte?

 GM: Credo con il 17-40.

Pubblico: com’è la logistica in quei posti?        

 GM: In quel paese, Ilulissat c’è uno strano personaggio, che è italiano e credo che abbia qualche anno più di me. In pratica faceva, come un personaggio molto più famoso di lui, il cantante sulle navi. Un giorno, durante un viaggio, si è fermato in questo posto, dove si è sposato, credo, con una ragazza locale e con cui ha avuto alcuni figli che risiedono lì. Lui suonava canzoni di quando ero giovane io ed evidentemente ha avuto un certo successo. Adesso organizza la logistica per chi va in questo posto. In Groenlandia ci si muove solamente con l’areo o con la nave. Ci sono delle fotografie fatte su un’isola: per raggiungerla abbiamo viaggiato in barca  per mezza giornata.

PV: Direi che possiamo andare avanti con le fotografie e ti lascio il microfono.

(inizia a mostrare delle fotografie).

© Gianni Menta

© Gianni Menta

GM: Come dicevo, ho iniziato a fotografare un po’ quello che conoscevo. Per esempio le orchidee non le fotografo, siccome sono figlio di fiorai ed i miei genitori mi costringevano a lavorare in negozio. I fiori mi piacciono, ma preferisco fotografare altre cose. Facevo censimenti ai selvatici, in particolare gli ungulati in Cansiglio e certamente il Cansiglio è uno dei posti che ho visitato di più. Quando posso ci vado ancora adesso anche se oggi ci sono molti più fotografi, comunque vi posso assicurare che di cervi ce ne sono ancora tantissimi. Purtroppo spesso si assistono a certe scene… Io di solito mi apposto durante la notte per essere pronto all’alba, poi all’alba arrivano personaggi vestiti come Rambo con obiettivi da 500-600mm, che camminano in mezzo alla piana facendo scappare i cervi. Il Cansiglio è un posto bellissimo anche per i paesaggi: durante i mesi autunnali ci sono delle nebbie mattutine che sono fantastiche.

Io amo, in particolare, i grandi carnivori. Gli orsi sono stati in tanti a fotografarli, ed allora ho portato qualcosa di diverso. Lupo e lince non ci sono mai riuscito a farli e vorrei riprenderli in natura e non all’interno di recinzioni. In Alaska siamo arrivati molto vicini a dei cuccioli di orso, se ci si avvicina con le dovute cautele non succede niente e sono degli animali incredibilmente teneri. Non dimenticherò mai questo episodio, soprattutto perché avevo terminato la scheda e dovevo cambiarla andando sulla barca in mare, il cucciolo mi è venuto vicino quando sono sceso dalla barca e ho cercato di mandarlo via per paura che fosse seguito dalla madre. Poi insieme alla madre si è rifugiato su un piccolo promontorio con i fiori che vedete, dopo l’allattamento si sono messi a giocare e per me è stata una scena incredibile ed indimenticabile.

© Gianni Menta

© Gianni Menta

L’Alaska è stata il mio primo viaggio importante, fatto con il mio amico Roberto Maschio che è qui stasera… ci siamo organizzati il viaggio praticamente da soli. Rimane il viaggio più bello della mia vita. Un altro paese che amo moltissimo è la Finlandia, dove sono riuscito a fare delle foto che mi hanno dato veramente soddisfazione. In Finlandia ero con Marco Gianesini, un posto fantastico per fotografare gli animali, dagli orsi al gallo cedrone… Abbiamo passato la notte in un capanno sulla neve. Non era molto alto e dovevamo stare sdraiati. Ricordo una notte di crampi alle gambe, poi la mattina siamo stati ripagati dall’emozione di vedere e fotografare questi splendidi animali (galli cedroni) che sono in netta diminuzione in tutta Europa e soprattutto nell’arco alpino. Eravamo là nel periodo dei combattimenti e delle parate amorose.

Di galli forcelli invece in Finlandia ce ne sono veramente molti rispetto alla nostre Alpi dove è più difficile vederli. In certe arene c’è un’invasione di fotografi, però va detto che per questo tipo di fotografia è necessario avvicinarsi con cognizione di causa, buon senso e rispetto per la natura.

In Slovenia, a poco più di un’ora da qua c’è la possibilità di fotografare gli orsi. C’è un signore che ha dei capanni, che lavorano molto, e gli orsi in molti li vedono, altri purtroppo no… Io ci sono stato molte volte ed ho sempre portato a casa qualcosa. Quando vado cerco sempre di fare qualcosa di diverso. Lo Slovenia propone anche diversi altri animali, quali l’allocco degli Urali, che da noi sono molto rari.

© Gianni Menta

© Gianni Menta

Mi dicono spesso che è facile fotografare quando si va all’estero in posti speciali, ed in effetti quando posso mi reco in questi “santuari della natura”, ma quando non posso o non ho tempo, fotografo anche in Italia, in Abruzzo per esempio, dove ci sono molte volpi confidenti con l’uomo. Anche all’Isola della Cona, in Val d’Arzino, a Marano Lagunare, sugli Altipiani del Montasio, nel Tarvisiano o nelle Valli del Torre ci sono animali che tutti possono fotografare.

Mi dicono anche che è facile fotografare dal capanno. A volte però ci stai tutto il giorno da solo e appena verso il tramonto vedi qualcosa. A me piace stare nei capanni, ma ci vuole molta pazienza e molti si annoiano. Stare dentro ad un capanno mi dà pace e tranquillità, specialmente se in giro c’è qualcosa da osservare. La fotografia naturalistica è bella anche per questo.

Anche la Spagna è un’oasi per i fotografi naturalisti, è poco densamente popolata e piena di animali.

(fine proiezione delle fotografie).

Pubblico: Quello che mi ha colpito è discorso sul comportamento, senza dover insegnare tutto, ci sono delle cose che bisogna stare attenti a non fare, per esempio quando si va a camminare nella natura?

 GM: Oltre ad essere socio del CFP sono anche socio dell’AFNI (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani) che è un’associazione che cerca di far conoscere ai soci ed ai lettori della rivista Asferico come “entrare” nella natura. Non sono un fotografo di fiori, ma se per fotografare un’orchidea ne butto giù cinquanta forse sto facendo un errore. Per quanto riguarda gli animali, la fotografia sui nidi non va fatta disturbando gli animali, soprattutto se si è alle prime armi è meglio farsi assistere da un esperto in modo da non fare errori o danni. Lo stesso vale anche per animali più grandi come gli orsi. Bisogna avere l’umiltà di farsi insegnare.

PV: Un’occasione mancata?

 GM: Un gipeto in valle D’Aosta, stavamo fotografando un torrente, avevo la macchina impostata per l’effetto seta sull’acqua. Ho cambiato al volo l’obiettivo ma quando mi è passato il gipeto sopra la testa ho scattato con il pre sollevamento dello specchio e ovviamente non ho fatto nulla.

PV: Una storia finta bene?

 GM: Quella che devo ancora incominciare e che spero di vivere le prossime volte. Sono considerato un solitario, ma mi piace andare in giro con altre persone. Quando sono andato a fotografare in Val d’Arzino, scendendo dalla macchina sono scivolato su un centimetro di neve e mi sono strappato e stirato. Per fortuna c’erano gli amici dell’AFNI. Forse ce l’avrei fatta anche da solo, ma per fortuna non ero da solo. Se trovo qualcuno che non parla troppo preferisco andare via in compagnia.

PV: Il prossimo viaggio?

 GM: Sono ancora malato della Finlandia, ma ho degli obblighi familiari che mi impediscono di spostarmi dall’altra parte del mondo.

PV: Cosa vediamo adesso?

 GM: Il Varanger fjord nel nord della Norvegia e una parte della Finlandia.

(proiezione)

 (applausi)

VARANGEN FJORD © Gianni Menta

VARANGEN FJORD © Gianni Menta

PV: Siamo quasi alla conclusione, se ci sono altre domande…

 

VARANGEN FJORD © Gianni Menta

VARANGEN FJORD © Gianni Menta

GM: Chiarisco il dubbio su Photoshop che non è stato adoperato per queste foto perché non so usarlo, in compenso mi ha aiutato molto l’amico Alessandro Laporta con i suoi consigli, e lo ringrazio pubblicamente. Ringrazio anche Leonardo Zanello per la realizzazione delle multivisioni. Se ci sono altre domande rispondo più che volentieri.

Pubblico: come sono gli attacchi delle zanzare in Finlandia.

 GM: E’ vero, è pieno da metà giugno a tutto luglio, in Norvegia al Varanger non ci sono problemi perché fa freddo, la Finlandia inveve è piena di laghi e io sono particolarmente amato dalle zanzare, per questo cerco di evitare quei periodi. Comunque giro con uno scafandro composto da un cappello con una rete e con tutto il resto del corpo coperto, la cosa migliore è evitare il periodo estivo.

(applausi)

GM: Grazie, ringrazio anche il CFP e ricordo a tutti che nel 2012 ero un allievo al corso del CFP e mi sento ancora un allievo, e se qualcuno volesse incominciare a dedicarsi alla fotografia naturalistica non è mai troppo tardi per cominciare.

Luigino Snidero: Gianni, grazie mille a te, ma è ora di “nominare” il prossimo fotografo del CFP per Autofocus…

GM: Questa volta avete visto un fotografo animalaro, “giovane” come fotografo e diversamente giovane anagraficamente Proprio per questo ho pensato di chiamare un fotografo giovane e paesaggista, molto in gamba e che ultimamente ha avuto molte foto pubblicate anche sulla nostra rivista Asferico. Quindi nomino Matteo Cefarin!

(applausi)

 

 

 

Grazie a:

Logo_PALMANOVA_neg

per l’ospitalità!

Oggi il Circolo Fotografico Palmarino compie  41 anni!
E’ doveroso un breve excursus, non esaustivo, sulle principali attività svolte nell’ultimo quinquennio dal CFP ed in corso nel 2016 e ringraziare tutti i Soci ed il Direttivo per l’intenso ed appassionato lavoro svolto.
Un grazie particolare anche a tutti i nostri, tantissimi, ospiti, che ci hanno onorato della loro presenza e delle loro splendide immagini in questi bellissimi anni!

 

Quinquennio 2011 – 2016

 

Dati generali:

Iscritti: mediamente 90 Soci/anno.

Corsi di fotografia/fotoritocco ogni anno: totale circa 300 partecipanti nel quinquennio, 85 nel solo 2016 (corso già tenuto tra gennaio ed aprile).

Dal corso 2016 di Manzano

Dal corso 2016 di Manzano

 

 

CFP aderisce alla FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.

CFP collabora con Proloco Manzano.

CFP collabora con Centro Salute Mentale di Palmanova (serate, corsi mirati di fotografia).

CFP collabora con Accademia Nuova Esperienza Teatrale di Palmanova.

CFP collabora con Nova Ludica per eventi “Cosplay”.

CFP ha un proprio forum di discussione online con 720 iscritti (www.cfpalmarino.com).

CFP ha un proprio blog per la pubblicazione di interviste, recensioni, articoli tecnici… (www.cfpalmarino.it).

Charity: CRO Aviano: euro 1000, Avos onlus: 800 kg di cibo in scatola.

800 Kg di viveri da CFP ad Agos

800 Kg di viveri da CFP ad Agos

 

Riunioni: ogni lunedì, con pianificazione, media presenze in sede 25 persone, con punte di 50.

Cena Sociale: ogni anno, a gennaio.

Da gennaio 2016, mensilmente: Autofocus, incontro con l’autore (al PAOV, 80/100 persone as appuntamento).

Dal 2016: grande grigliata estiva CFP.

 

Attività quinquennio:

Settembre 2011: corso di Still life con il fotografo Gabriele De Nardo (al Circolo).

Novembre 2011: gita a Modena, mostra Ansel Adams (40 partecipanti).

Gennaio 2012: serata con il fotosub campione italiano Michele Davino (al PAOV)

Maggio 2012, workshop fotografico ai Monti Sibillini.

Ottobre 2012: “Dolomiti Friulane, le voci del silenzio” libro e multivisione di Luciano Gaudenzio (al PAOV).

Ottobre 2012:  “Pensieri d’inverno” (Panfili e Lombardi, al PAOV)

Novembre 2012: serata con il multivisionario Carlo De Agnoi (al PAOV).

Febbraio 2013: presentazione del libro “Oasi” (Cattaruzzi, al PAOV).

Marzo 2013: corso di multivisione con Carlo De Agnoi.

Maggio 2013: serata CFP  “ Ísland – storie d’acqua e sul ghiaccio” al PAOV.

Settembre 2013: serata CFP in collaborazione con  Centro Culturale Settetorri di Tavagnacco e patrocinio del Comune (‘auditorium Feletto Umberto).

Ottobre 2013: mostra collettiva alla “Festa d’autunno” a Feletto Umberto.

Novembre 2013: corso di orientamento con APRD nordic walking di Buttrio .

Novembre 2013: presentazione del libro “M’ama non m’ama” (De Agnoi, al PAOV).

Novembre 2013: “ARCTOS.01” – Gli orsi di Nico Zaramella (al PAOV).

Maggio 2014: mostra collettiva CFP all’Aeroporto FVG di Ronchi dei Legionari.

Novembre 2014: “Fra sassi, terra e acqua” (con Sergio Vaccher, PAOV).

Novembre 2014: “30” (con Andrea Pozzi, PAOV).

Novembre 2014: “Cansiglio, le musiche silenti della foresta” (con Paolo Toffoli, PAOV).

Marzo 2015: presentazione del libro “Splendida natura del Nord America” (Bartoloni, PAOV).

Marzo 2015: serata CFP al fotoclub “El Bragosso” a Caorle.

Maggio 2015: serata di multivisioni CFP al PAOV.

Maggio 2015: seminario Canon al PAOV.

David Noton al Ristori - by Federico Indri

David Noton al Ristori – by Federico Indri

David Noton al Ristori - by Federico Indri

David Noton al Ristori – by Federico Indri

Paolo ed Ema al mixer al Ristori

Paolo ed Ema al mixer al Ristori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maggio 2015: “Chasing the light roadshow” con il fotografo internazionale David Noton (sold out teatro Ristori).

Settembre 2015: serata di multivisioni CFP (Aula magna scuola Piccoli, Cividale).

Novembre 2015: “La natura ai piedi del Grappa” (con Valter Binotto, al PAOV).

Novembre 2015: “Viaggio in Dolomiti” (con Marco Dian, al PAOV).

Novembre 2015: presentazione del libro “Splendida natura d’Africa” (Bartoloni, PAOV).

Febbraio 2016: presentazione libro “Carnia, scrigno di emozioni” (Bano e Da Pozzo, Abbazia Rosazzo).

Marzo 2016: ospiti del 15° Diaponatura a San Donà di Piave.

Aprile 2016: serata CFP a Burano (Venezia).

Aprile 2016: workshop a Burano (Venezia).

Aprile 2016: presentazione libro “Terra d’Africa” (De Monte e Morgante, Abbazia di Rosazzo).

Maggio 2016: “Fotografi in GIRO” mostra collettiva e multivisioni sotto la Loggia in Piazza a Palmanova.

Maggio 2016: serata di multivisioni CFP a Muzzana in occasione del Festival fotografico dell’oasi di Marano Lagunare.

Settembre 2016: mostra “Naturalmente FVG” e stand in occasione del 3° contest internazionele BioPhotoFestival a Budoia.

Ottobre 2016: mostra alla “Festa d’autunno” a Feletto Umberto.

Ottobre 2016: serata CFP a Mestre, ospiti di Effemme (Fotoamatori Mestrini).

Novembre 2016: grande evento con fotografo internazionale Rafael Rojas (teatro Modena).

 

 

David e Wendy Noton con Andrea

David e Wendy Noton con Andrea

David e Wendy Noton con Elena

David e Wendy Noton con Elena

David Noton con Luigino

David Noton con Luigino

David Noton con Marco

David Noton con Marco

David Noton con Stefano

David Noton con Stefano

David e Wendy Noton con Rossana

David e Wendy Noton con Rossana

Lo scorso 18 Aprile, presso la sala riunioni del Palmanova Outlet Village, è stata protagonista del terzo Autofocus la fotografa Anne Mäenurm, affermata fotografa naturalista di origini estoni.

© Anne Mäenurm

Anne Mäenurm © Luciano Gaudenzio

 

Come ormai consuetidine di tutti gli incontri del CFP, la visione delle immagini di Anne è stata scandita dall’intervista realizzata da Paolo Vercesi e dalle domande del Pubblico.

Luigino presenta la serata © Matteo Bordignon

Luigino presenta la serata © Matteo Bordignon

Ecco uno stralcio dell’intervista:

Paolo intervista Anne © Matteo Bordignon

Paolo intervista Anne © Matteo Bordignon

Paolo Vercesi: Buonasera Anne e buonasera al nostro pubblico. Ci fa molto piacere averti tra noi stasera e, per prima cosa, vogliamo sapere come stai.

Anne Mäenurm: Credo abbastanza bene (ride, ndr).

PV: Che effetto ti fa stasera seduta da questa parte della sala, tu che qualche anno fa qui hai seguito il corso del CFP?

AM: Mi fa sudare (risate, ndr)

Paolo intervista Anne © Matteo Bordignon

Paolo e Anne © Matteo Bordignon

 

PV: Non capita spesso di trovare una donna fotografa, come è nata la tua passione per la fotografia?

AM: E’ una passione che ho sempre avuto fin da piccola, quando usavo le fotocamere di mia mamma. Non ero molto brava e scattavo fotografie a tutto quello che vedevo. Più avanti sono arrivata in Italia, mi sono innamorata delle sue montagne ed ho voluto approfondire la mia tecnica e la mia conoscenza. Poi ho trovato il CFP dove ho avuto modo di fare il mio primo corso.

PV: Che soggetti prediligi?

AM: In assoluto montagne e natura.

PV: E’ quindi tempo di vedere “Le montagne attraverso i tuoi occhi”, di Anne!

(proiezione multivisione "Le montagne attraverso i miei occhi")
© Anne Mäenurm

© Anne Mäenurm

PV: Complimenti Anne, e grazie per averci portato delle foto così belle e realizzate con una gran tecnica. Che suggerimenti ti senti di dare a chi è ancora alle prime armi?

AM: Seguire gli altri fotografi, fare qualche workshop, confrontarsi sempre con altri.

PV: Dalle immagini viste traspare una predilezione per l’inverno, è la tua stagione preferita?

AM: Sì esatto.

PV: Cosa ti piace in particolare dell’inverno?

AM: Il bianco pulito, il freddo… se vedo che sta nevicando esco subito di casa a fotografare.

© Anne Mäenurm

© Anne Mäenurm

PV: I luoghi preferiti sono le montagne, qualche posto che ami particolarmente?

AM: Le montagne italiane mi piacciono indistintamente, le farei tutte da nord a sud. Basta che siano montagne.

PV: Sei originaria dell’Estonia, come sei capitata qua in Friuli?

AM: Per il marito… (risate, ndr)

© Anne Mäenurm

© Anne Mäenurm

PV: Hai nostalgia del tuo Paese?

AM: Si tanta, mi manca soprattutto l’inverno in Estonia, perché sono otto anni che ritorno casa solo per l’estate. Mi manca molto l’inverno nel mio Paese.

PV: Le immagini che vediamo tra poco sono estive o invernali?

AM: Dell’estate, purtroppo…

© Anne Mäenurm

© Anne Mäenurm

(visione e commento delle immagini dell'Estonia)

PV: Grazie di nuovo, da queste immagini e dai racconti traspare tutto il tuo amore per la natura… sono più i sacrifici oppure le soddisfazioni?

AM: Indubbiamente le soddisfazioni.

PV: C’è qualche soddisfazione particolare che ci vuoi raccontare, qualche foto per te speciale?

AM: Devo ancora farla!

PV: Abbiamo tempo per qualche domanda dal pubblico.

Il folto pubblico presente © Matteo Bordignon

Il folto pubblico presente © Matteo Bordignon

(pubblico) Che temperatura c’è d’estate in Estonia?

AM: Circa 25 gradi in agosto, in giugno, luglio da 15 a 25 gradi.

(pubblico) Con tutte quelle paludi non avete zanzare?

AM: E’ pieno, pienissimo!

(pubblico) Ci spieghi come hai fatto le foto “mezze” subacque?

AM: Utilizzando una custodia semi-subacquea, una specie di sacca. Non è facile da usare perché devi scattare alla cieca, sperando che il fuoco e l’inquadratura siano corretti. Alla fine su 200 foto ne tieni una o due, bisogna provare molto. Non sono ancora riuscita a fare le foto che volevo, adesso l’approfondimento fotografico dei laghi alpini è un po’ la mia missione.

(pubblico) Che attrezzatura usi?

AM: Un solo corpo macchina, 70-200, 300, 24-70, 85 e Trioplan, il grandangolo l’ho venduto ma lo ricomprerò.

(pubblico) Ci sono gli orsi in Estonia?

Il folto pubblico presente © Matteo Bordignon

Il folto pubblico presente © Matteo Bordignon

AM: Sì certo, abbiamo tanti orsi e linci perché l’Estonia è quasi disabitata. Se si vuole vedere le linci il periodo migliore va da dicembre a marzo, perché escono dal bosco quando c’è molta neve ed è più facile vederle. Per le alci invece bisogna uscire la mattina molto presto quando sono fuori dai boschi. 

(pubblico) D’inverno i luoghi che hai fotografato in Estonia sono facili da raggiungere?

AM: E’ meglio avere un fuoristrada 4×4, ma anche d’estate non sono facili da raggiungere perché prima di arrivare bisogna attraversare qualche chilometro di bosco. Poi d’inverno le temperature vanno dai -35° di febbraio ai -27° di gennaio, ma non è un freddo umido come qua, è molto più sopportabile.

(pubblico) Quando organizzi un viaggio in Estonia?

AM: Mi conosci, lo sai che non sono una organizzatrice, io seguo. Tu organizzi e io vengo come aiutante (ride, ndr).

PV: Cosa ci proponi adesso?

AM: Foche dell’Inghilterra, da Donna Nook.

© Anne Mäenurm

© Anne Mäenurm

(visione e commento immagini delle fote di Donna Nook)

PV: Grazie Anne per averci portato anche queste foto così emozionanti.

AM: Grazie per avermi invitato e grazie a tutto il pubblico presente!

Roberto consegna un omaggio floreale all'ospite del CFP

Roberto consegna un omaggio floreale all’ospite del CFP

 

Anne dice di sè:

Sono un’amante della fotografia di natura e di paesaggio, con base nel Nord Est d’Italia (Friuli-Venezia-Giulia).
Sono nata e cresciuta in Estonia Settentrionale.

Per me la fotografia non è solo un hobby, è diventata un modo per dare equilibrio alla mia vita.

Preferisco fotografare la natura e stare all’aperto mi fa sentire più vicina alle radici della vita.

In costante ricerca di quegli attimi fugaci di magia che trasformano il nostro mondo in qualcosa di meraviglioso. Nelle mie immagini mi sforzo di cogliere le atmosfere, le sensazioni e la meraviglia che la natura evoca in noi.

Alcuni dei miei lavori sono stati pubblicati in varie riviste nazionali ed internazionali.

Dal 2013 sono membro dell’AFNI (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani).

© Anne Mäenurm

© Anne Mäenurm

 

Grazie a:

Logo_PALMANOVA_neg

per l’ospitalità!

In occasione di Autofocus # 1 del 15 Febbraio 2016, abbiamo intervistato il nostro ospite, Felice Cirulli.

Felice Cirulli

Felice Cirulli

Felice ci ha mostrato alcune delle sue splendide multivisioni, che hanno raccolto moltissimi applausi dal folto pubblico presente:

– I love London
– Venezia, la poesia in maschera
– Streeteggiando
– Bodypainting, il festival del colore
– Danimarca: castelli, colori nuvole e …sorrisi
– Ritratto che passione!

 

 

Il pubblico in sala ad Autofocus # 1 - Incontro con Felice Cirulli - Foto di Luigino Snidero

Il pubblico in sala ad Autofocus # 1 – Incontro con Felice Cirulli – Foto di Luigino Snidero

 

Ecco l’intervista:

Paolo: Ciao Felice, sei a tuo agio?

Felice: …Si!

P: Abbiamo appena pubblicato l’intervista a David Noton sul sito del Circolo Fotografico Palmarino, sai che la tua finirà subito dopo?

F: No! (ride)

P: Passiamo ai dati anagrafici: età?

F: Purtroppo ho 57, no 56 anni…

P: Professione?

F: Io sono un promotore finanziario… un brutto lavoro in questo periodo!

P: Stato di famiglia?

F: Sono felicemente coniugato, felicemente papà, con un figlio di 22 anni, che vive in Olanda già da 2 anni: ha lasciato la famiglia molto presto per andare a lavorare e sono molto felice, di nome e di fatto.

MODEL © Felice Cirulli

MODEL © Felice Cirulli

P: Raccontaci un po’ dei tuoi hobby: quando hai cominciato e perché a fotografare?

F: L’unico hobby che ho è la fotografia. Ho cominciato da piccolo a fare fotografia, ero adolescente, avevo appena cominciato a lavorare e con i primi risparmi ho comperato una reflex. Ho anche frequentato un corso di fotografia, di sviluppo e stampa, però poi ho abbandonato presto. Nelle mie velleità di giovane maldestro c’era quella di fare il giornalista da grande. Difatti mi ero anche iscritto ad una scuola di giornalismo a Milano, io vengo da Milano, purtroppo poi sono stato assunto in banca… è andata male…

P: Per te o per la banca?

F: Per tutti e due (ride)

Paolo Vercesi intervista Felice Cirulli - Foto di Marco Marco Manzini

Paolo Vercesi intervista Felice Cirulli – Foto di Marco Marco Manzini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

P: Questa predisposizione al giornalismo si vede nelle tue foto, dove c’è sempre il fattore umano: cosa significa per te?

F: Per me è tutto: la fotografia per me è fotografare le situazioni, le persone, gli ambienti… Un ambiente senza le persone non mi dà nessuno stimolo. Vado a cercare appositamente i luoghi dove c’è la gente per poterla fotografare.

P: La foto che ti ha dato più soddisfazioni?

F: Nessuna (ride)… La devo ancora fare.

P: Quali programmi hai in testa per scattare questa foto?

F: Purtroppo faccio fotografia nel tempo libero, durante le vacanze, per cui mi piacerebbe organizzare un viaggio in un luogo classico, ma esotico. Per esempio l’India mi affascina sotto quel punto di vista, ma ce ne sono tantissimi: penso che il mondo sia pieno di posti adatti a fare belle fotografie.

P: Ci hai raccontato che hai cominciato frequentando un corso. Questa sera qui c’è qualcuno che sta frequentando il nostro qui in sala: che suggerimento vuoi dargli?

F: Riguardo alla fotografia il mio punto di vista è che bisogna fare qualcosa che catturi la propria emozione, cioè riuscire a tradurre in un’immagine un’emozione che si vive in una situazione, in un contesto, quando si ha a che fare con persone o meno. Non sopporto invece i ritratti in posa, molto stereotipati, amo invece le fotografie fatte in situazioni più naturali. Quindi una cosa che vorrei consigliare ad una persona che si approccia alla fotografia è quella di fare in modo di cogliere la naturalezza delle situazioni quando si presentano ai suoi occhi.

CARNEVALE DI VENEZIA © Felice Cirulli

CARNEVALE DI VENEZIA © Felice Cirulli

P: Nell’emozione che deve raccontare una foto, quanto conta il fotoritocco?

F: Io il fotoritocco lo uso, ma lo uso in maniera finalizzata ad accentuare l’attenzione sul soggetto, quindi uso poco per esempio la clonatura, piuttosto che cambiamenti di sfondi e altro. A me il fotoritocco serve per accentuare l’attenzione, in modo che l’occhio di chi guarda vada dove voglio io. Quindi vignettatura, piuttosto che accentuazione di cromaticità, contrasti, ecc., ma non cose esagerate.

P: Se apriamo la tua borsa, cosa troviamo?

F: Quale borsa? (ride) La borsa dei sogni? Ci sono 2 borse, quella reale, dove si trova un’attrezzatura abbastanza valida… Con mia moglie ogni tanto devo far finta che qualcosa mi sia stato prestato (ride ancora). Invece la borsa dei sogni è piena di tante belle cose, ma, ripeto, non bisogna puntare l’attenzione sul discorso tecnico, piuttosto su quello creativo. Su quelle che sono le intenzioni rispetto alla fotografia, invece che sull’idea di fare una cosa pulita tecnicamente…

P: Grazie Felice, buona serata!

 

MAGICO CARNEVALE © Felice Cirulli

MAGICO CARNEVALE © Felice Cirulli

Questa è la descrizione che il fotografo dà di se stesso:
“Ho sempre amato la rappresentazione grafica della realtà: attraverso il disegno, quando non avevo che matita e pennelli. Con la fotografia, quando ho potuto imbracciare la mia prima reflex. Il mio è il percorso di chi ha una passione che non sfiorisce e che, anzi, con il tempo si trasforma in febbre…una febbre che non voglio curare e che alimento con ferrea volontà. Forse sono malato… malato di fotografia”.

BODYPAINTING © Felice Cirulli

BODYPAINTING © Felice Cirulli

Grazie a:

Logo_PALMANOVA_neg

per l’ospitalità!

Marco “Lao” Zamò è stato l’ospite del numero zero di una rubrica online che abbiamo chiamato “Autofocus, incontri con l’autore”, e che è nelle nostre intenzioni far diventare un appuntamento fisso per i nostri ospiti.
Ci rivolgeremo alternativamente a fotografi del CFP o che non fanno parte del Circolo.

Marco Zamo'

Marco Zamo’

 

Di sé Marco dice: ”

Sono nato a Udine il 23 aprile 1964, appassionato di natura fin da piccolo grazie al nonno che mi faceva passare molto tempo nei prati e nei campi che coltivava. Mi sono appassionato di fotografia circa 6 anni fa quando girando per il web sono approdato nel forum del circolo palmarino. Da quel momento e grazie alla disponibilità di bravi fotografi,  mi sono dato da fare per migliorare la mia tecnica e riuscire a fare gli scatti che ho in mente e che ancora non ho ancora fatto .
Ho organizzato alcune mostre da solo o con altri fotografi del circolo per condividere le bellezze della Natura che ci circonda”.

 

Ecco l’intervista che Paolo Vercesi ha fatto a Marco:

 

Paolo: Ciao Marco, come andiamo?

Marco: Bene…

P.: Alcuni giorni fa hai inaugurato il tuo sito (complimenti, molto bello): www.laophoto.it… Sul forum sei lao1964, la tua mail è lao1964@… La domanda è: perché …1964

M.: (ride, ndr) …perché sono nato nel 1964

P.: Quando e qual è stata la scintilla che ha acceso la tua passione per la fotografia?

M.: Ho cominciato con una macchinetta piccola per le vacanze, poi sono entrato nel forum del CFP e mi sono aggregato ad un viaggio in Irlanda (mi hanno detto:basta che non rompi…). E da lì è partito tutto.

P.: La maggior parte delle immagini che ci proponi sono immagini naturalistiche e tra le immagini naturalistiche, molte sono avifaunistiche, e tra le immagini avifaunistiche molte, e molto belle, sono foto scattate al martin pescatore… da dove ti deriva questa dedizione a questa specie in particolare e come coniughi la passione della fotografia con la passione per la natura?

Alcedo Atthis © Marco Zamò

Alcedo Atthis © Marco Zamò

 

M.: Qualche anno fa sono stato accompagnato da alcuni amici fotografi a vedere il martino, Celestino come lo chiamo io, e mi ha subito affascinato per la sua bellezza e per la particolarità della sua vita.

P.: È nata prima la passione per la fotografia o quella per la natura?

M.: La natura , la amo da sempre…

P.: Quando ti capita di rimanere “imbambolato” davanti alla bellezza della natura?

M.: Le cose maestose, un temporale, l’oceano in tempesta, l’Islanda… Un panorama, l’alba in montagna… queste sono le cose che mi affascinano, oltre al martino, naturalmente.

P.: Molte delle immagini che hai realizzato negli ultimi tempi comportano allestimenti e tecniche particolari… Ci racconti qualcuno dei tuoi “segreti”?

M.: Durante la serata li racconterò tutti (e lo farà, ndr), ho deciso di condividere tutto.

Alcedo Atthis © Marco Zamò

Alcedo Atthis © Marco Zamò

 

P.: Qual è l’immagine che ti ha dato più soddisfazioni?

M.: Quando con il CFP siamo saliti sul Lagazuoi e mentre tutti stavano cenando, abbiamo deciso di uscire solo in due. C’era una bellissima stellata in cielo e l’ho ripresa: quella è una foto che ricordo molto volentieri, uno di quegli spettacoli della natura di cui si parlava prima.

Lagazuoi © Marco Zamò

Lagazuoi © Marco Zamò

P.: Qual è l’immagine che hai in testa di realizzare e non sei ancora riuscito a scattare come vorresti?

M.: Vorrei riprendere il martino in acqua da sotto e per sotto intendo proprio da sotto. Ci sto provando, ma non ci sono ancora riuscito.

P.: Un fotografo che ti piace e che ci vuoi consigliare?

M.: Piccirillo, Luigi Piccirillo, secondo me uno dei migliori fotografi naturalisti in Italia.

P.: Il tuo prossimo soggetto fotografico?

M.: Sto cercando di riprendere la poiana, ma non è facile. Anche il picchio muraiolo mi affascina tantissimo e mi piacerebbe poterlo fotografare bene.

P.: Parliamo di attrezzatura? Cosa c’è nella tua borsa di fotografo?

M.: Una Nikon D800 rotta, un polarizzatore spaccato… Anche la borsa è rotta (ride), è tutto rotto. Non ho molta cura dell’attrezzatura che uso: non comprate di seconda mano da me… è un hobby e va bene così.

P.: Che consiglio daresti a chi si avvicina oggi per la prima volta ad una macchina fotografica?

M.: Il forum del CFP per me è stato fondamentale, la sua gente, Romolo (Romolo Migotti, ndr), tutti quelli che criticano le foto in modo costruttivo e mi hanno spinto a migliorarmi ed a capire come correggermi.

P.: Grazie Marco, buona luce!

Paolo Vercesi intervista Marco "Lao" Zamò

Paolo Vercesi intervista Marco “Lao” Zamò

 

Il 15 febbraio, per il numero 1 di Autofocus sarà nostro ospite Felice Cirulli, mentre a marzo sarà nuovamente la volta di un autore del Circolo, Alex “Fotocesco” Laporta.

State sintonizzati!